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LA STORIA

Tobia, l'ex calciatore s'è rimesso in gioco: volontario in Ghana, ora raccoglie fondi

Cazzola, 20 anni, da promessa del pallone (era in C2 con l’Arzignano) al servizio civile. «L’esperienza mi ha cambiato la vita»
Una lezione di Tobia Cazzola con un bimbo del villaggio COGO
Una lezione di Tobia Cazzola con un bimbo del villaggio COGO
Una lezione di Tobia Cazzola con un bimbo del villaggio COGO
Una lezione di Tobia Cazzola con un bimbo del villaggio COGO

Il servizio civile è per sempre! Un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale che, come concordano i giovani che hanno fatto questa esperienza, cambia la vita. È il percorso intrapreso da Tobia Cazzola, 20 anni, studente del primo anno di Storia all’università di Venezia, che dopo aver svolto 12 mesi di servizio civile in Ghana è ora impegnato a raccogliere fondi per aiutare alcuni villaggi visitati durante il periodo trascorso in Africa come operatore. «Un’esperienza intensa ed emozionante mai vissuta prima – assicura Tobia, che l’ha raccontata agli studenti del liceo Tron Zanella, dove si è diplomato - che porterò sempre dentro di me».

Cazzola era una promessa del calcio

Ha cominciato a giocare nelle giovanili del San Vito come difensore centrale ed è poi passato al Trissino, al Malo e all’Arzignano, in serie C. A gennaio 2020 si deve però fermare a causa di un’aritmia cardiaca. Dopo due interventi ottiene l’idoneità sportiva ma il campionato è ormai avviato e così decide di smettere. Vorrebbe partire per l’Australia ma mamma Bertilla e papà Flavio gli suggeriscono di prendere in considerazione il servizio civile.

La scelta del servizio civile

Tobia non perde tempo e presenta domanda per partecipare ad un progetto avviato nella scuola professionale “St. Theresa Institute”, frequentata anche da ragazzi con disabilità, gestita dall’Opera don Guanella di Como. «Una volta giunto nella cittadina di Abor, nel Ghana meridionale - prosegue-– ho cominciato ad insegnare disegno tecnico e informatica di base. L’inizio non è stato facile sia per la scarsa padronanza della lingua inglese ma anche perché la scuola disponeva di apparecchiature scarse e malfunzionanti. Per conoscere meglio i ragazzi sono andato con loro a zappare i campi, ho giocato a calcio, ho ballato e li ho aiutati a fare i compiti». 

L'impegno in Africa

Viste le difficoltà dell’istituto ad acquistare del materiale didattico Tobia decide di promuovere una raccolta fondi a cui aderiscono con generosità parenti e amici. Con i soldi raccolti riesce a potenziare la dotazione dei laboratori, acquista alcune stampanti e delle fotocopiatrici. «Abbiamo allestito anche una nuova aula di informatica, dotata di tre proiettori e tredici computer – aggiunge Cazzola che finita l’università vorrebbe fare l’insegnante - che gli studenti hanno dedicato al Gruppo missionario di San Vito per il suo importante contributo economico. Sono stati acquistati anche generi alimentari che sono stati poi distribuiti alle famiglie dei ragazzi che non sono in grado di pagare la retta».

La vita in Ghana

Poco dopo il suo arrivo in Ghana Tobia conosce casualmente una persona, che sarebbe poi diventato il suo migliore amico, che in sella alla sua moto gli fa visitare il territorio. Partecipa a feste, funerali e ad alcuni eventi che gli permettono di conoscere le abitudini e la cultura locale.

«Quando ho visto che in due villaggi la gente è costretta ad attingere a mano l’acqua dal pozzo perché il meccanismo si è rotto e non è in grado di acquistarne uno nuovo - conclude - ho avviato una raccolta di soldi per fare installare due impianti di sollevamento dotati di motore elettrico. Una volta tornato a casa mi sono messo in contatto con alcuni sacerdoti e altri volontari appena partiti per il servizio civile in Ghana per fornire loro informazioni e consigli. Una parte del mio cuore è ancora là».

 

Bruno Cogo

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