<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Il caso

Speleologo salvato, ma il sindaco di Monte di Malo polemizza: «Eccesso di soccorsi»

Il 40enne di Schio, rimasto ferito, è stato portato fuori dalla grotta. Il primo cittadino critica sia i soccorsi che i giovani avventuratisi nel Buso della Pignatela

È uscito sano e salvo, lo speleologo rimasto ferito e bloccato nel Buso della Pignatela, a Monte di Malo. Come appurato dalla squadra medica che lo aveva raggiunto, le condizioni di Simone Poletto, 40 anni, di Schio, alla fine non sono risultate preoccupanti; accompagnato dai soccorritori, lo scledense è così riuscito ad uscire dalla cavità naturale alla quale si accede dai boschi di monte Faedo, in località Lore. Si è conclusa bene, dunque, la vicenda che aveva visto, sabato pomeriggio, un gruppo di speleologi rimanere bloccati nella grotta. In salvo anche gli altri due appassionati, di Marano e di Torrebelvicino, che si trovavano all’interno. Dopo l’uscita, Poletto è stato caricato su un’ambulanza del Suem e trasportato in ospedale, dove è stato trattenuto in osservazione.

Le operazioni di soccorso

Le operazioni si sono concluse nel corso della notte e hanno visto impegnati i vigili del fuoco, anche con il nucleo sommozzatori, gli operatori del soccorso alpino della sesta delegazione speleo, compresi i disostruttori, pronti ad agire nel caso in cui si fosse rivelato necessario utilizzare delle microcariche esplosive per liberare il passaggio del ferito. In campo anche i carabinieri di Schio, coordinati in loco dal capitano Francesco Grasso; i militari hanno anche scortato l’esplosivo dal deposito fino al campo base. A supporto delle operazioni sono arrivati speleologi dalla Lombardia e dal Trentino Alto Adige. Presenti per il supporto logistico anche i volontari della protezione civile Pasubio Alto Vicentino e il sindaco di Monte di Malo Mosè Squarzon, che ha avanzato alcune critiche sull’organizzazione dei soccorsi, ma ha anche espresso disappunto per la scelta di entrare in quella grotta. Insomma una tirata d’orecchie ai 4 giovani che si sono avventurati nella cavità.

I soccorsi al Buso della Pisatela

Le critiche del sindaco di Monte di Malo, Mosè Squarzon

«Ritengo che tutti possiamo esercitare le nostre passioni in libertà - le parole di Squarzon - ma forse è molto più importante farlo nel rispetto della nostra vita cercando di ridurre il rischio al minimo indispensabile, soprattutto per le ricadute verso la nostra società, in particolare verso le squadre di emergenza, il pronto intervento e le forze dell’ordine». Il gruppo di speleologi si era addentrato nella grotta quando, in base alle ricostruzioni, improvvisamente, durante la risalita del ramo secondario “Carpe diem”, in un tratto fossile, la roccia alla quale era ancorata la corda di Poletto è ceduta, facendolo cadere a terra.

La dinamica dei fatti è ancora in fase di chiarimento, ma sembra che lo speleologo abbia battuto la testa nella caduta. In un primo momento aveva perso conoscenza, poi si era ripreso; all’arrivo dei soccorsi era in stato confusionale. Una ventina di soccorritori hanno lavorato nella grotta per attrezzare i tratti verticali e sollevare l’infortunato, assistito dagli operatori sanitari che non hanno ritenuto necessario l’uso della barella. Dopo avergli fatto indossare la muta, è stato superato il tratto più stretto e bagnato fino a un'ampia sala, dove è seguita una pausa e sono state verificate ancora le sue condizioni, risultate buone. Lo speleologo è stato infine accompagnato superando i tratti verticali per contrappeso fino all'uscita. 

Un grande lavoro, eppure il sindaco critica anche questo, col senno di poi ovviamente. «Meglio che siano andate così le cose - dice Squarzon - ma, francamente, secondo me, non c’è stato un adeguato tempismo in merito a quanto accadeva all’interno della grotta e a quanto veniva percepito all’esterno, con richieste di forze e mezzi che, oggettivamente, considerate le condizioni dell’infortunato, che alla fine ha partecipato attivamente all’estrazione, a tratti autonomamente, potevano essere anche risparmiate o non richieste. Ringrazio molto la protezione civile Pasubio Alto Vicentino, ma credo che determinate risorse potevano essere risparmiate. Così decine di uomini sono stati distratti dai loro compiti nelle nostre strade per garantire la sicurezza contro i predoni che assaltano le nostre case». 

Matteo Carollo

Suggerimenti