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Villaverla

Si sente male in palestra. Salvato dall’amica

Massimo Viero, 59 anni, dopo un malore aveva perso i sensi e non aveva battito. È stato rianimato grazie al defibrillatore
Massimo Viero con l’amica che lo ha salvato, Alessandra Pesavento. Entrambi sono sportivi
Massimo Viero con l’amica che lo ha salvato, Alessandra Pesavento. Entrambi sono sportivi
Massimo Viero con l’amica che lo ha salvato, Alessandra Pesavento. Entrambi sono sportivi
Massimo Viero con l’amica che lo ha salvato, Alessandra Pesavento. Entrambi sono sportivi

«La presenza di defibrillatori nelle strutture pubbliche e la formazione per usarli sono fondamentali. Nel mio caso hanno fatto la differenza tra la vita e la morte». Non ha dubbi il maranese Massimo Viero, impiegato amministrativo di 59 anni con la passione per la corsa che nei giorni scorsi ha rischiato il decesso per un arresto cardiaco sopraggiunto mentre si stava allenando nella palestra delle scuole primarie di Villaverla. A salvarlo è stata la presidente della società a cui è iscritto, il Macuri Team di Schio: Alessandra Pesavento, che lavora come infermiera nella medicina integrata di Schio, non ha esitato quando ha visto l'amico accasciarsi e, recuperato il dispositivo salvavita installato all'ingresso dell'edificio pubblico, lo ha rianimato.

Ecco cosa è accaduto in palestra e la rianimazione col defibrillatore 

«Erano le 19.05 e avevo appena iniziato il riscaldamento. Dopo il primo giro ho visto tutto nero e sentito le gambe cedere», racconta il runner che nella caduta ha perso i sensi e battuto la testa. Fortunatamente tra i presenti c'era Pesavento che ha subito iniziato a praticare il massaggio cardiaco. «Mi era già capitato di rianimare una persona, ma in ambito ospedaliero. Quando succede a un amico, in questo caso che conosco da più di vent'anni, è tutta un'altra cosa», spiega l'infermiera. «Non aveva battito e il massaggio non è stato sufficiente, perciò sono passata al defibrillatore. Senza di me, o se non ci fosse stato il macchinario, Massimo sarebbe morto: dico ciò per evidenziare l'importanza di dotare gli edifici pubblici di questi apparecchi e al contempo di promuovere i corsi per l'utilizzo, coinvolgendo quante più persone possibile». 

Il racconto del maranese colpito da un attacco cardiaco

È lo stesso Viero, ora in buone condizioni ma ancora ricoverato all'ospedale di Santorso per delle complicanze, a evidenziare come la presenza del macchinario e di una persona formata siano state la sua salvezza. «Con il solo massaggio cardiaco non sarei sopravvissuto», spiega. «In precedenza non avevo mai sofferto di patologie cardiache e negli ultimi dieci anni ho sempre corso, partecipato a gare, anche a qualche maratona. Inoltre a inizio febbraio mi ero sottoposto alle visite medico-sportive per praticare attività fisica a livello agonistico. Perciò può capitare a tutti e in qualsiasi momento».

Salvato dall'amica con il Dae della palestra

A rimarcare la fondamentale importanza di dotare gli edifici pubblici di Dae (acronimo di defibrillatore automatico esterno) è il sindaco Enrico De Peron.  «Ne abbiamo sette in tutto il Comune, cinque nelle strutture sportive e due nelle piazze di Villaverla e Novoledo. Sono dispositivi che comportano una spesa, anche per il mantenimento, che tuttavia sosteniamo volentieri in quanto i Dae salvano la vita alle persone, come in questo caso», evidenzia il primo cittadino. «È determinante anche la formazione: periodicamente proponiamo, anche tramite le associazioni locali, lezioni e attività di primo soccorso e per l'utilizzo dei defibrillatori. A breve faremo partire un nuovo corso». 

Marco Billo

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