Oggi pomeriggio intorno alle 16 l’entrata di Intesa Sanpaolo in centro a Schio è stata imbrattata, quasi certamente da alcuni manifestanti che avevano partecipato al corteo per la Palestina partito da piazza Alessandro Rossi alle 15.30, scortato dalla polizia di Stato. Laterizi e vernice hanno deturpato il volto della filiale, per simboleggiare gli orrori della guerra come il sangue, le case a pezzi e i bimbi morti.
Il gesto ha catturato l’attenzione dei passanti. Sugli scalini dell’entrata, una montagnetta di macerie con una bambola in cima; per terra, sulle pareti e sulla porta a vetri una vernice rossastra. Sulle mura esterne tre fogli, con scritto in pennarello “Intesa Sanpaolo complice del genocidio” e la spiegazione per cui, secondo gli autori, l’istituto di credito sarebbe connivente con il conflitto in Medio Oriente.
«Condanno in maniera ferma questo modo di agire - dice il sindaco Valter Orsi, che ha la delega alla sicurezza - difenderò sempre la libertà di espressione di ogni individuo, ma non accetterò mai atti di danneggiamento e violenza. Chiedo all’autorità giudiziaria di far luce e punire chi si è macchiato di questo. Spero che con i sistemi di videosorveglianza si possano individuare i responsabili, e che vengano puniti. Si può condividere un pensiero, non il danneggiamento. Viste le sigle coinvolte, mi aspetto che la sinistra locale prenda le distanze e condanni quanto accaduto».
Pronta la replica di Carlo Cunegato di Coalizione Civica. «Condanno se il gesto ha recato danni alla proprietà: se non ce ne sono, condanno l’indifferenza della politica di fronte al massacro, che non chiede il cessate il fuoco con 30 mila morti e l’80% di sfollati a Gaza. Il problema non è il colore lavabile, ma la strage e la politica inerte, sindaco compreso».