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Candidato fantasma anche a Posina

Operazione "Candidopoli": false liste elettorali, 15 indagati

Sette misure cautelari nei confronti dei vertici di un movimento politico emergente "L'altra Italia", con proiezioni sull’intero territorio nazionale, sono state eseguite dalla guardia di finanza di Padova nell’ambito di un'operazione chiamata Candidopoli.

Gli arresti sono stati compiuti nelle province di Rovigo, Foggia e Lecce. Le indagini sono state avviate dopo alcuni servizi su Striscia la Notizia
nei quali si faceva riferimento alla presentazione di false liste elettorali per le elezioni comunali in piccoli comuni. Ed è stato scoperto che nelle elezioni nei comuni padovani di Barbona (nel 2019) e Vighizzolo d’Este, (nel 2020) il movimento politico aveva presentato liste di candidati formate da persone che, nella maggioranza dei casi, erano state iscritte, a loro insaputa. Le indagini sono state quindi estese ad ulteriori 21 Comuni in cui il movimento politico aveva presentato, nel settembre 2020, i propri candidati nelle province di Alessandria, Asti, Belluno, Bergamo, Campobasso, Catanzaro, Cosenza, Genova, Imperia, Isernia, Perugia, Pisa, Potenza, Savona, Vibo Valentia e Vicenza (a Posina), tutti con una popolazione inferiore ai 1000 abitanti.

Sono stati perciò sentiti oltre 100 candidati, fatte perquisizione e acquisita documentazione presso le commissioni circondariali elettorali in 23 Comuni. Tutto era falso: sia le liste elettorali e che la documentazione di supporto. La gran parte dei candidati erano ignari della propria iscrizione, non conoscevano il movimento politico. I "candidati", residenti principalmente nel Foggiano e nel Leccese, hanno dichiarato di non essersi mai recati nelle province di Padova e di Rieti per apporre le proprie firme, e di non aver mai incontrato gli ufficiali autenticatori. Inoltre, nei giorni in cui sono avvenute le autentiche di firma, si trovavano altrove. In lista erano stati iscritti ultra ottantenni o persone con forti disabilità fisiche, presentati per la nomina a consigliere comunale in località distanti migliaia di chilometri dalla propria residenza.

Alcuni candidati, dopo essere stati eletti a loro insaputa, hanno successivamente rifiutato la carica, mettendo il Comune a rischio di commissariamento. L’obiettivo principale del movimento, per gli inquirenti, era quello di presentare candidature in piccole comuni dove vi era una buona probabilità di eleggere un proprio rappresentante per ottenere poi una visibilità nel paese in modo da far accrescere il consenso per
le successive consultazioni elettorali. I finanzieri di Este hanno quindi segnalato alla procura di Rovigo i 15 principali responsabili 7 dei quali sono stati raggiunti da un provvedimento restrittivo, tra cui il segretario nazionale del movimento, due pubblici ufficiali autenticatori e due dirigenti del movimento.

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