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Valdastico

Amava i libri, ma ha perso la vista. Ora un bambino li legge per lei

Paola Toldo è diventata ipovedente ed Erik, 10 anni, suo vicino di casa, le manda gli audio delle lettura via telefono
Paola Toldo
Paola Toldo
Paola Toldo
Paola Toldo

Una storia meravigliosa. È quella che vede come protagonisti Paola Toldo, di 55 anni, originaria di Valdastico, ed un bambino di quinta elementare, Erik, di famiglia albanese migrata in Italia. Entrambi abitano a Verona e per qualche tempo hanno condiviso lo stesso pianerottolo. Lei lo ha amato come un bene prezioso, insegnandogli il piacere della lettura. Ora, però, è lui a leggere, per lei, divenuta ipovedente, le pagine dei romanzi, che le invia per whatsapp.

«Il mondo, oggi, sembra davvero brutto - afferma la vicentina - con guerre in atto, crisi ricorrenti, il cambiamento climatico, le violenze e le tragedie. Per questo ho sentito quasi l'esigenza di far conoscere una storia bella, per dire che in fondo, in questo nostro mondo, ci sono ancora valori umani che val la pena di raccontare».

Valdastico nel cuore

Paola Toldo porta nel cuore il suo paese, dove ancora abita mamma Marisa. Al paese ha donato un suo libro "Go sentio sonare", dedicato ai 250 anni del campanile. «L'ho scritto - dice - all'inizio della mia malattia, grazie al sintonizzatore vocale. Per anni ho contribuito, come volontaria, alla produzione di audiolibri, o libri vox, anche per ipovedenti. Poi, guarda il destino, pure io sono diventata ipovedente, con riduzione parziale della capacità visiva, che limita molto la mia indipendenza. Erik è cresciuto conoscendo bene la mia situazione, che ha vissuto giorno per giorno».

Il legame con il piccolo Erik

Il bambino, che oggi ha 10 anni, è stato affettuosamente accudito da Paola che, non avendo figli, lo ha seguito amorevolmente nel suo percorso di crescita. «Forse - racconta - è stata la stessa origine albanese dei suoi genitori a rendermelo caro. Mio nonno Giovanni nel 1943 è, infatti, morto proprio in Albania, a Tirana, per un incidente sul lavoro, avvenuto nella costruzione della Casa del fascio. È un mio cruccio non sapere dove siano le sue spoglie. Prima o poi contatterò l'ambasciata e vorrei recarmi in zona per ritrovarle».

Torniamo ad Erik. Quando si è accorta della sua sete di conoscenza? «Periodicamente gli donavo dei libri - risponde - che a lui piacevano tantissimo. Ama leggere soprattutto quelli di storia. Già ora è un appassionato della Grande Guerra. Sono lieta di aver contribuito a sviluppare in lui il piacere della lettura e della conoscenza».

La malattia e l'aiuto del bimbo

Erik ha aiutato Paola in seguito alla sua malattia agli occhi. «Probabilmente - risponde - aveva visto quanto io facevo con gli audiolibri, o, forse, tutto è nato quando i suoi genitori gli hanno regalato un cellulare. Un giorno ricevo su whatsapp un suo messaggio vocale. È stata una sorpresa sentire la sua bella voce che leggeva con scorrevolezza e trasporto il primo capitolo del libro che gli avevo donato. Si trattava de "Il piccolo alpino", scritto nel 1926 da Salvatore Gotta. È stata una cosa bellissima, pervasa di umanità. Anche ieri mi ha inviato un altro capitolo vocale, nonostante io gli avessi detto di non preoccuparsi di me, di badare di più alla scuola e al gioco». Il libro in questione è ispirato a un commosso sentimentalismo, permeato di ideali etici. «Sono questi sentimenti che gli piacciono molto - sottolinea Paola -. C'è poi il linguaggio con parole arcaiche. Lui mi dice che "pel" è un errore, e ne discutiamo. Che bello sapere quanto sia così curioso di conoscere, così sensibile e dolce».

Giovanni M. Filosofo

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