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Malo

A piedi fino alla fine del mondo. E Nicolò cammina con il papà

Da due anni Guarrera, 29 anni, di San Tomio di Malo, è in viaggio: ora ha raggiunto Ushuaia, nella Terra del Fuoco
Nicolò Guarrera è stato raggiunto dal padre: hanno percorso insieme 200 chilometri (Foto CAROLLO)
Nicolò Guarrera è stato raggiunto dal padre: hanno percorso insieme 200 chilometri (Foto CAROLLO)
Nicolò Guarrera è stato raggiunto dal padre: hanno percorso insieme 200 chilometri (Foto CAROLLO)
Nicolò Guarrera è stato raggiunto dal padre: hanno percorso insieme 200 chilometri (Foto CAROLLO)

L'arrivo alla fine del mondo, dove il ghiaccio sembra fondersi con la terra. Panorami mozzafiato, vedute spettacolari, ma anche un'occasione per riscoprire il rapporto tra padre e figlio. Sta proseguendo, in Sudamerica, il giro del mondo a piedi di Nicolò Guarrera. Il giovane, 29 anni, di Malo, ha raggiunto l'estremo limite meridionale del continente, in Argentina, arrivando nella città di Ushuaia, nota appunto come la "fin del mundo".

L'arrivo di papà Giovanni

A rendere ancora più speciale una parte del suo viaggio è stato l'arrivo del papà Giovanni, che lo ha raggiunto e ha percorso un tratto assieme a lui. «Mio padre mi ha raggiunto quando mi trovavo a El Chaltén - racconta il camminatore maladense -. È una delle mete preferite dagli alpinisti, ci sono pinnacoli di granito che si ergono solitari, che sono molto belli da scalare. Insieme siamo arrivati a El Calafate, sempre in Argentina, nelle cui vicinanze si trova il famoso ghiacciaio "Perito Moreno": ci siamo fatti 200 chilometri a piedi, notti in tenda, abbiamo passato insieme il mio compleanno, padre e figlio, è stato un bel capitolo di questa avventura. È stato fortissimo, ho portato mio papà dentro allo stile di vita che sto conducendo in questo viaggio: una cosa è raccontarlo al telefono, un'altra è condividere con lui queste esperienze che ci resteranno sempre dentro». Un'occasione, dunque, per riscoprire il rapporto tra padre e figlio. «Mi sono reso conto di come ci assomigliamo in molte cose, prima non ci facevo caso - continua Nicolò -. Il rapporto padre-figlio si vive in modo diverso quando sei a contatto 24 ore su 24 e hai modo di parlare e chiacchierare per lunghi periodi di tempo».

Percorsi 15 mila chilometri

Alla "fine del mondo" il giovane camminatore, che dalla sua partenza, a Malo, nell'agosto 2020, ha percorso finora 15 mila chilometri, si è trovato di fronte a bellezze quanto mai suggestive. «Ushuaia è una cittadina di oltre 50 mila abitanti, con panorami davvero meravigliosi - racconta il viaggiatore maladense -. Da una parte puoi ammirare il mare, poi ti giri di 180 gradi e vedi le montagne innevate, con i ghiacciai che troneggiano sopra la città. Particolarmente emozionante è stata la visita alla grotta di ghiaccio di Jimbo, ma in questa zona sono molto belle anche le lagune, le montagne, picchi da 1.400-1.500 metri di altezza con ghiacciai che purtroppo, anche qui, come da noi in Europa, si stanno lentamente sciogliendo. Uno spettacolo della natura». Il bilancio del viaggio, finora, per Nicolò, è più che positivo. «Sono molto soddisfatto - spiega -. Con l'arrivo a Ushuaia si chiude un grande capitolo, quello sudamericano, durato due anni. Pensare poi di aver camminato praticamente per metà del mondo, da Quito, in Ecuador, sull'equatore, a qui, rende tutto ancora più emozionante. Il viaggio, però, è ancora lungo».

A fine mese il volo in Australia

A fine mese Nicolò prenderà infatti il volo che lo porterà in Australia, dove inizierà una nuova tappa della sua impresa. «Sarò in Australia per sei mesi, il tempo necessario per attraversare il deserto, circa 5 mila chilometri - spiega -. Ho studiato palmo a palmo tutto il percorso, segnandomi i punti di rifornimento, i villaggi, per caricare acqua e cibo. Ogni 100-200 chilometri troverò un centro abitato o una stazione di servizio. Ho sentito molta gente che ha già fatto questa traversata». Ma Guarrera non ha paura. «Il deserto non mi spaventa, mi trovo bene lì, è l'ambiente che preferisco per quello che sto facendo, ci sono molta tranquillità e molta pace. L'unico problema è che sarà inverno e quindi le ore di sole saranno poche, non avrò molto tempo per camminare. Per quanto riguarda gli animali, la maggior parte di quelli pericolosi si trovano nel mare o nelle foreste pluviali, anche se mi hanno consigliato di tenere in tenda le scarpe, altrimenti ci si potrebbero infilare ragni o serpenti. Il pericolo più grande è comunque rappresentato dai canguri rossi: non sono animali tranquillissimi, ma non mi spaventano neanche loro». 

Matteo Carollo

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