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Montecchio Maggiore

Una piazza per suor Olga uccisa in Africa. «Da 10 anni in attesa della verità»

Arrestato il presunto omicida della religiosa ma rimane l’ipotesi del movente legato a stregoneria. I nipoti: «Ci sono ancora tante ombre»
Suor Olga Raschietti assassinata in Burundi a 83 anni assieme alle due consorelle suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian
Suor Olga Raschietti assassinata in Burundi a 83 anni assieme alle due consorelle suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian
Suor Olga Raschietti assassinata in Burundi a 83 anni assieme alle due consorelle suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian
Suor Olga Raschietti assassinata in Burundi a 83 anni assieme alle due consorelle suor Lucia Pulici e suor Bernardetta Boggian

La piazza di Sant’Urbano, a Montecchio Maggiore, dedicata a suor Olga Raschietti, la religiosa uccisa una decina di anni fa in Burundi insieme a due consorelle. Lo ha stabilito la commissione comunale toponomastica, che ha scelto di intitolarle lo slargo della frazione. Una scelta che ha ricevuto la totale approvazione da parte della famiglia di suor Olga, dei nipoti e dell’unico fratello ancora in vita, Ottavio. Da tutti loro è arrivato un «Grande grazie, indistintamente, a tutti i consiglieri e in generale all’amministrazione comunale per l’intitolazione». 

La missione in Africa di suor Olga uccisa in Burundi

Suor Olga era originaria di Sant’Urbano dove era nata e cresciuta, con 11 fratelli, e da dove era partita per entrare nella congregazione delle missionarie di Maria. Nel 1968 era andata in Africa dove aveva prestato servizio per anni prima in Zaire, l’attuale Repubblica democratica del Congo, e poi in Burundi a Kamenge, in un quartiere popolare della periferia di Bujumbura, nella parrocchia San Guido Maria Conforti tenuta dai missionari saveriani. Una vita dedicata al servizio dei poveri, la sua, fino alla fine. Il 7 settembre 2014 suor Olga, che aveva 83 anni, venne aggredita e uccisa nel convento di Kamenge assieme a due consorelle: si trattava di suor Lucia Pulici e di suor Bernardetta Boggian.

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A lungo si è parlato della tragedia e le autorità del luogo avevano arrestato il presunto omicida, un malato psichiatrico. Una diversa ricostruzione su cosa sia accaduto quella domenica di settembre è stata offerta, però, pochi anni fa dalla giornalista Giusy Baioni, che ha pubblicato un libro-inchiesta, evidenziando che il movente reale sia legato alla stregoneria. «Nostra zia, suor Olga, avrebbe perdonato il suo aggressore, aveva una fede immensa. Sicuramente lei ha meritato un posto in paradiso», ricordano con commozione i nipoti Massimiliano Raschietti, Maria Ghiotto e Andreina Raschietti.

Il ricordo dei familiari che vivono a Montecchio Maggiore

«Era una persona molto positiva che amava tanto l’Africa. Ce l’aveva nel cuore». Un amore incondizionato che il passare dei decenni non era assolutamente diminuito. Nel 2013, dopo un periodo di riposo in Italia, suor Olga nonostante fosse ottuagenaria era voluta tornare in Burundi. «Amava quello che faceva, si sentiva nelle sue parole e in contemporanea era molto legata alla famiglia - prosegue Massimiliano -. A noi nipoti mandava ad ogni Natale ed a Pasqua una lettera oppure un biglietto. Era molto sensibile e attenta». «Era allegra, gioiosa e solare, non dimenticava mai nessuno. Telefonava e mandava anche foto - aggiungono le due nipoti -. Aveva sempre un pensiero per tutti. Quando tornava si recava sempre a Sant’Urbano per poter incontrare le persone che conosceva». 

I dubbi sulla tragedia e la ricerca della verità

A proposito della tragedia che ha portato al decesso della loro zia, tutta la famiglia ritiene che ci siano alcuni coni d’ombra. «Crediamo che ci sia qualcosa di poco chiaro nella sua morte - dicono - e come accade nei grandi misteri non crediamo che ci sarà una giustizia terrena. Sicuramente ci sarà una giustizia che va oltre. Zia Olga, essendo missionaria ed avendo vissuto per decenni in una terra dove c’era la guerra, aveva messo in conto che sarebbe potuta morire in maniera violenta».
«Per noi - concludono - oggi sarebbe bello sapere la verità, sapere esattamente cosa è successo».

Suor Olga e le due consorelle sono sepolte in Congo e al funerale, quasi 10 anni fa, parteciparono migliaia di persone a testimonianza di «un grande amore ricambiato». 

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Antonella Fadda

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