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La tre missionarie uccise
Il giallo rimane irrisolto

Il libro edito dalla EmiDa sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschetti e suor Lucia Pulici
Il libro edito dalla EmiDa sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschetti e suor Lucia Pulici
Il libro edito dalla EmiDa sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschetti e suor Lucia Pulici
Il libro edito dalla EmiDa sinistra suor Bernardetta Boggian, suor Olga Raschetti e suor Lucia Pulici

A due anni di distanza da una morte atroce e violenta, le indagini ufficiali sono ad un punto morto. Viene da pensare che la vita di tre religiose valga davvero poco nelle logiche di un governo africano e blandi solleciti da parte di quello italiano. Da parte de Burundi, dopo l’arresto di un presunto killer - reo confesso di 33 anni che la stessa gente del posto bollò come un balordo ma incapace di uccidere - non ci sono stati seguiti significativi. Solo l’arresto nel gennaio 2015 del popolare direttore della radio libera Rpa, Bob Rugurika, che aveva ipotizzato una verità differente: il convolgimento di Adolphe Nshimirimana, già direttore dei servizi di sicurezza burundesi, al centro di traffici di cui le religiose sarebbero venute a conoscenza. La procura di Parma che aveva aperto un fascicolo - ha sede in città la casa madre delle Saveriane - lo ha anche archiviato.

Il 7 settembre 2014 nella casa di periferia delle Missionarie di Maria a Bujumbura, furono assassinate Lucia Pulici, 73 anni, di Desio (Monza) e Olga Raschietti, 80, di Montecchio Maggiore. Lo scoprì la terza sorella, Bernadetta Boggian, 79 anni, originaria di Ospedaletto Euganeo, Padova: al rientro dall’ospedale dove aveva accompagnato con la polizia i corpi delle sorelle, Bernardetta andò a dormire sfinita ma fu decapitata nel sonno. La quarta sorella si salvò perchè asserragliata in camera. Si parlò di violenza sessuale sulle tre donne, smentita dagli esami autoptici.

«Non avevano segreti pericolosi, non si preparavano a fare denunce, non avevano detto o fatto cose che potessero inquietare i grandi» scrive Giordana Bertacchini, direttrice generale delle Saveriane, nel libro in uscita dall’1 settembre per la Emi. E allora perchè? “Va', dona la vita!”, 256 pagine con foto, non risponde agli interrogativi irrisolti ma ripercorre la vita delle tre suore attraverso i loro scritti ed i loro appunti, curati da suor Teresina Caffi, in un affettuoso ritratto che sottolinea il coraggio e la fede di missionarie pronte ad affrontare ogni rischio nel nome della loro chiamata alla prossimità con i deboli ed i poveri.

L’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi nella prefazione non lascia cadere il tema delle indagini: «Gli impegni che erano stati presi di cercare gli assassini e fare giustizia si sono del tutto arenati(...). La loro è la testimonianza di donne che hanno dato tutto quello che avevano, che sono rimaste, che non sono scappate e che lo hanno fatto semplicemente per amore, per limitare i frutti amari della guerra e della divisione». E poco più avanti la superiora Bertacchini aggiunge: «Vogliamo che venga messa fine all’impunità che è grembo fertile di nuovi orrori».

Il risultato è che la comunità missionaria di Bujumbura è stata chiusa, la casa secondo le usanze locali è inabitabile dopo un fatto di sangue ed è divenuta per iniziativa degli amici cattolici delle suore un luogo di preghiera.

Nicoletta Martelletto

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