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Longare

Zennaro, candidatura bis. «Me lo chiedono i cittadini»

Il sindaco pensa di ripresentarsi alle amministrative per continuare il lavoro. «Abbiamo progetti e finanziamenti da qui a 15 anni»
Il sindaco Matteo Zennaro è stato eletto a 26 anni come il sindaco più giovane del Veneto
Il sindaco Matteo Zennaro è stato eletto a 26 anni come il sindaco più giovane del Veneto
Il sindaco Matteo Zennaro è stato eletto a 26 anni come il sindaco più giovane del Veneto
Il sindaco Matteo Zennaro è stato eletto a 26 anni come il sindaco più giovane del Veneto

Eletto a 26 anni, come il sindaco più giovane del Veneto, Matteo Zennaro oggi che di anni ne compie 30, ha perso il primato, ma ha guadagnato cinque anni di amministrazione pubblica. Capolista del gruppo civico "Insieme per cambiare". Ora dichiara di «pensare a un secondo mandato, soprattutto per un senso di responsabilità nei confronti di coloro che mi hanno votato e che me lo chiedono. Anche se con qualche ritocco alla lista». Ma di più non dice. 

Come sono stati questi cinque anni da sindaco?

Un periodo articolato, forse il più complesso dal Dopoguerra causa pandemia, con un apporto di progetti e finanziamenti da qui a 15 anni.

Un bilancio positivo quindi il suo, con risultati lungimiranti?

Credo che sia stato rispettato il 90 per cento del programma elettorale, con un bilancio attivo e 25 milioni di euro tra fondi diretti e indiretti, che incideranno sul futuro dei cittadini, la sostenibilità e la salute di Longare come di Lumignano, Costozza e Secula. Alcuni progetti come il nuovo polo sanitario, la scuola per l'infanzia, il recupero della ex-cava "Volto" e il ponte sul Bacchiglione sono già in fase di esecuzione. Ancora un paio di anni e ci doteremo di strutture veramente importanti.

Ci può dire due progetti di cui lei si sente fiero?

Il recupero della ex-cava con tutto lo sviluppo ambientate. Il nuovo plesso della scuola per l'infanzia e tutta l'edilizia che ha messo in sicurezza le scuole esistenti. E aggiungerei la nuova cittadella della salute con una nuova Rsa che sarà anche comunità educativa per minori, e in previsione una casa per i servizi sociosanitari.

È soddisfatto di questo percorso comunitario-amministrativo?

Assolutamente sì, a titolo personale, ma ancora di più per la squadra con cui ho lavorato e il rispetto stesso del nome che ci siamo dati, "Insieme per cambiare".

Lei lascia Longare senza ponte.. Una questione scottante che tiene banco per la tempistica prevista e la strategicità territoriale che il ponte della Secula svolge, come spartitraffico della Riviera Berica

Detta così sembra una demolizione voluta. Ricordo che si è trattato di una necessità e priorità avvalorata dalla Provincia di Vicenza stessa, che dopo il crollo del ponte Morandi di Genova e l'introduzione del Piano di sicurezza nazionale, aveva rilevato come il ponte sul Bacchiglione datato 1958, necessitasse di un pronto intervento per "gravi criticità strutturali". Colta al balzo questa osservazione, ho spinto l'iter in accordo con la Provincia per accelerare i tempi di ricostruzione, conscio dei disagi ma anche della necessità imposta dalla sicurezza della struttura medesima. Detto questo, la scelta obbligata, sia oggi un problema di molti per almeno dieci mesi. Prevedo che entro novembre e dicembre prossimo, salvo difficoltà improvvise e meteo, potremmo avere il nuovo ponte assolutamente sicuro».

Crede siano cambiate le comunità che ha amministrato?

Preferirei fossero migliorate, almeno spero. Credo si siano allargati gli orizzonti, grazie soprattutto alle collaborazioni con le associazioni locali, ai volontari, portando in maniera paritaria gli interessi sul capoluogo come le frazioni, dove si è superato il concetto territoriale periferico. Questo ha permesso di realizzare 250 eventi sociali e culturali in cinque anni, molti nuovi e frutto di sinergie interne ed esterne.

Longare e frazioni superano i 5 mila abitanti, mai pensato a una fusione?

Un tentativo in verità ci fu già nel 2018, poi naufragato, con i contermini Castegnero e Nanto. Oggi più che per le piccole fusioni, il mio interesse si rivolge verso una "unità di pianificazione" con la vicina città metropolitana di Vicenza. Questo perché credo che si sia esaurito il tema delle fusioni e si stia invece aprendo quello delle unioni metropolitane, vista la vicinanza con il nostro capoluogo di provincia.

Antonio Gregolin

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