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Costabissara

Morì nella roggia, il sindaco Forte verso il processo

La procura ha chiuso le indagini dell’incidente che causò la morte del dipendente comunale Antonio Fabris

Il sindaco Giovanni Maria Forte e la responsabile dell’Ufficio tecnico del comune di Costabissara, Marina Listrani, vanno verso il processo nella vicenda che li vede entrambi indagati (con l’accusa di omicidio colposo) per la morte di Antonio Fabris, il dipendente comunale di 63 anni, deceduto il 4 maggio dello scorso anno, mentre, a bordo di un trattorino, stava tagliando l’erba delle aiuole lungo la pista ciclabile di via Martiri della Libertà, alle porte di Costabissara verso Monteviale.

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Nei giorni scorsi infatti il sostituto procuratore Hans Roderich Blattner, titolare dell’inchiesta sul tragico incidente, ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Il sindaco e la sua funzionaria, entrambi difesi dall’avvocato Piero Longo, sono accusati di omicidio colposo per la morte dell’operaio, i cui familiari sono assistiti dall’avvocato Stefano Peron. Fabris, in base a quelli che erano stati i riscontri dell’autopsia eseguita dal dottor Pigaiani, sarebbe morto a causa dello schiacciamento subito dal suo corpo dopo che il piccolo mezzo agricolo sul quale stava lavorando, dopo essersi ribaltato, gli era finito addosso.

In tre elementi chiave dell'accusa

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Nelle scorse settimane, davanti al giudice per le indagini preliminari, Roberto Venditti, è stata anche eseguita la perizia ricostruttiva dell’incidente affidata all’ingegner Gianfranco Pellizzaro. Un passaggio nel quale sarebbero emersi almeno tre profili di colpa che potrebbero essere imputati al sindaco e alla sua funzionaria.

  1. Il primo riguarderebbe il fatto che Fabris - tornato al lavoro da pochi giorni dopo un’assenza di quasi due anni - non sarebbe stato sufficientemente formato per utilizzare il mezzo. Un trattorino tra le altre cose nuovo e dalla guida completamente differente rispetto a quella a cui era abituato l’operaio. Il nuovo mezzo infatti per essere manovrato non prevedeva il classico volante, ma delle leve.
  2. Il secondo aspetto sarebbe legato al fatto che Fabris avrebbe dovuto svolgere il lavoro di sfalcio delle aiuole non da solo, ma coadiuvato almeno da un altro operaio. Visto che tra l’altro la pendenza della roggia non avrebbe dovuto consentire l’utilizzo del piccolo trattore.
  3. Infine il documento di valutazione dei rischi non avrebbe previsto l’utilizzo del nuovo mezzo per quanto concerne i lavori di manutenzione dell’amministrazione comunale. Insomma una serie di rilievi, quelli emersi dalla perizia nel corso dell’incidente probatorio, che avrebbero evidenziato le responsabilità in capo a Forte e alla Listrani. Che andrebbero verso il processo.

Un passante aveva dato l'allarme vedendo l'incidente

Il primo a dare l’allarme, vedendo il mezzo rovesciato all’interno del piccolo corso d’acqua lungo la pista ciclabile di via Martiri della Libertà, alle porte di Costabissara verso Monteviale, era stato un passante. Che, poco dopo le 12.30, aveva immediatamente telefonato al centralino del comune per segnalare quanto aveva visto. Inizialmente i primi dipendenti comunali intervenuti sul luogo dell’incidente non si sarebbero resi conto di nulla. Solo diversi minuti dopo, vedendo transitare sulla strada il vice comandante della polizia locale, Achille Costa, alla guida di un’auto di pattuglia; i due lo avrebbero fermato.

Il tentativo di salvataggio del vicecomandante della polizia locale

A quel punto Costa, comprendendo la gravità della situazione, si era gettato in acqua scorgendo i pantaloni arancioni catarifrangenti spuntare da sotto il trattorino e provando quindi a sollevarlo con l’aiuto dei due funzionari. Ma quando è emerso il corpo di Antonio Fabris per lui, purtroppo, era già troppo tardi. Sul luogo del tragico infortunio era quindi arrivato il personale del Suem 118 che aveva provato a rianimare l’operaio, ma i tentativi del medico e degli infermieri per salvare la vita del 63enne si sono rivelati inutili. Ora, dopo la perizia e l’incidente probatorio, è arrivata dunque la chiusura delle indagini preliminari da parte del sostituto procuratore titolare dell’inchiesta. Con il sindaco Forte e la responsabile dell’Uffiico tecnico del comune che rischiano di finire a dibattimento.

Matteo Bernardini

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