<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Arcugnano

I cinghiali devastano il vigneto del vicesindaco. Danni per oltre 10 mila euro

Allarme per la colonia di cinghiali provenienti dai Colli Berici. Qualche giorno fa un motociclista è rimasto seriamente ferito dopo aver investito un esemplare
Quel che resta del vigneto distrutto dai cinghiali
Quel che resta del vigneto distrutto dai cinghiali
Quel che resta del vigneto distrutto dai cinghiali
Quel che resta del vigneto distrutto dai cinghiali

«La situazione nel nostro territorio sta diventando insostenibile. Ci sono almeno una cinquantina di esemplari che circolano liberamente: intendo convocare ad Arcugnano un incontro che coinvolga Coldiretti e Regione». È esasperato il vicesindaco e assessore all'ambiente di Arcugnano, Gino Emilio Bedin, ultima vittima della vasta colonia di cinghiali provenienti dai colli Berici.

L'ennesimo episodio

L'altra notte un ettaro del suo vigneto di uva cabernet è stato letteralmente raso al suolo, non è stato risparmiato neanche un grappolo. «Un danno da oltre diecimila euro, che nessuno mi risarcirà - prosegue - anche perché lo stanziamento previsto è ridicolo, meno di 30 mila euro per tutta la Regione. Lavoro per una cantina sociale locale, la mia produzione era pronta, a ridosso della vendemmia; invece, ho visto vanificare un anno di investimenti poco prima di vendemmiare, non è servito a nulla avere una recinzione con filo spinato. Purtroppo, sono in buona compagnia perché in altri terreni a Fimon sono penetrati nonostante i fili elettrici dissuasori. Abbiamo i filmati delle telecamere, in cui si vede che i cinghiali riescono a tagliarli, utilizzando gli esemplari più piccoli».

Motociclista ferito dopo aver investito un cinghiale

Ma la preoccupazione va ben oltre, considerando che solo martedì scorso un motociclista ha riportato serie fratture alle gambe, dopo aver investito un esemplare di oltre un quintale nella frazione di Perarolo.

«Il guaio è che l'epidemia di peste suina ha portato la Regione a proibirne la cattura ed a bloccare la macellazione. In pratica da mesi i cinghiali si riproducono indisturbati: ogni femmina può partorire in un anno fino a 36 cuccioli. La zona di Arcugnano è colonizzata, non se ne può più. Capisco le ragioni degli ambientalisti, ma tra nutrie, caprioli e lupi il rischio è che si azzeri l'attività agricola sul territorio. Non riusciamo a gestire da soli questa situazione e c'è il rischio anche per l'incolumità dei cittadini, sono animali potenzialmente pericolosi se affamati e si muovono spesso di notte, quando è molto difficile individuarli, specie per gli automobilisti». 

Antonio Gregolin

Suggerimenti