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Violenza di genere

Otb, lo sfogo di Alessi: «Troppi egoismi, il bene delle donne è agire insieme»

La vicepresidente della Fondazione Otb Arianna Alessi, nel fare il punto sulle attività contro la violenza di genere, non risparmia critiche al sistema e alle istituzioni.
La presidente della Fondazione Otb Arianna Alessi
La presidente della Fondazione Otb Arianna Alessi
La presidente della Fondazione Otb Arianna Alessi
La presidente della Fondazione Otb Arianna Alessi

Il progetto “Mai Più”, avviato da Otb Foundation a supporto della Casa rifugio Tabità di Bassano e del Centro Hagar di Asiago gestiti dall’associazione Casa di pronta accoglienza Sichem onlus, sostiene una media di 70 donne l’anno vittime di violenza, fornendo assistenza psicologica e legale gratuita, ma anche percorsi su misura che puntano all’integrazione lavorativa delle donne, unica garanzia che può creare reale indipendenza, libertà e allontanamento definitivo dai soprusi subiti.

Violenza di genere, la vicepresidente della Fondazione Otb non risparmia critiche al sistema e alle istituzioni.

La vicepresidente della Fondazione Otb Arianna Alessi, nel fare il punto sulle attività, non risparmia critiche al sistema e alle istituzioni. «Quello della violenza sulle donne - premette - è un altro tasto dolente del Bassanese. Nel nostro territorio operano da molti anni due centri antiviolenza, il nostro e Spazio Donna. Ogni anno i numeri degli accessi e prese in carico forniti da entrambi - per noi sono una settantina mentre Spazio Donna denuncia centinaia di casi l’anno senza dare alcuna effettiva evidenza di cosa intenda “presa in carico” - restituiscono un quadro del territorio estremamente allarmante con alcune centinaia di donne che chiedono aiuto».

Vittime di violenza nel Bassanese, Alessi: «I numeri non sono verificabili»

«I numeri non sono purtroppo verificabili per un insieme di questioni burocratiche legate a interpretazione delle normative sulla privacy a cui si appellano alcuni centri antiviolenza e di conseguenza non è improbabile pensare che la stessa donna venga intercettata e registrata da più servizi creando una confusione sulla percezione del problema e di conseguenza sulla realtà dei bisogni e sulla necessità delle risorse da attivare. Ma dal nostro punto di vista, se anche le donne vittime di violenza fossero solo una parte di quelle dichiarate, sarebbero già troppe».

Dal 2018 la fondazione Otb ha avviato il progetto “Mai Più”

Dal 2018 la fondazione Otb ha avviato il progetto “Mai Più”. «Casa Sichem - precisa Alessi - ha raccolto la nostra disponibilità, il pronto soccorso dell’ospedale San Bassiano, con cui siamo a stretto contatto, e le forze dell’ordine locali, chiamano spesso il nostro centro, sapendo che il servizio è aperto 24 ore su 24 e offre personale competente e la disponibilità di una casa rifugio. Dai dati che ci arrivano tramite questa collaborazione cerchiamo di conoscere il bisogno reale del territorio anche tentando, non senza difficoltà, di confrontarci con gli enti pubblici, in particolare con il Comune che è parte integrante e fondamentale della rete antiviolenza bassanese».

La vicepresidente di Fondazione Otb: «Ci rattrista la frammentazione di offerta di servizi alle donne»

«Abbiamo cercato più volte di attivare qualche forma di collaborazione costruttiva con Spazio Donna, rendendoci disponibili, proponendo di supportare ulteriori spese, oltre a quelle già erogate grazie ai finanziamenti pubblici, avendo principalmente a cuore il benessere delle donne - riprende Alessi -. Ci rattrista l’attuale frammentazione di offerta di servizi alle donne nel territorio, dispendiosa in termini di risorse umane ed economiche, a volte disorientante per le donne, tanto che abbiamo avanzato la proposta di fondere le attuali due realtà dei centri antiviolenza in un unico sportello di aiuto alla donna, efficace e moderno, capace di attivare un’efficiente presa in carico delle richieste di aiuto, con ampie prospettive di progetti indirizzati alla protezione e all’autonomia delle donne».

Secondo Alessi «il vecchio modo di lavorare oggi non funziona più. Campanilismi, prese di posizioni ostili al cambiamento e mentalità ristrette rappresentano un vero ostacolo per le numerose persone che hanno bisogno di un aiuto concreto e immediato».

«Un dialogo difficile» con il Comune di Bassano del Grappa

Ma con il Comune il dialogo pare difficile. «Non c’è nessun intervento da parte del Comune - precisa Alessi - che anzi sembra non aver alcun interesse ad evolversi nelle forme di aiuto per renderle più efficaci. Un anno fa, una volta divulgati i numeri allarmanti di Bassano a domanda diretta fatta all’assessore Mavì Zanata su come potremmo migliorare il servizio lei rispose che non era nemmeno a conoscenza che a Bassano ci fossero due centri anti violenza, figuriamoci se aveva evidenza dei numeri».

Il progetto “Mai Più”: potenziare il sistema dei servizi contro la violenza

L’invito di Alessi: «Auspichiamo che anche il mondo del sociale si scuota ed esca dal suo torpore, e sia maggiormente disponibile ad aprirsi e a collaborare anche con le realtà del privato, ovviamente nel rispetto delle proprie competenze professionali, mettendo a fattore comune il bene della donna in difficoltà, altrimenti si raggiungeranno ben pochi risultati. Dopo 5 anni di attività i fatti ci hanno mostrato che non è più tempo di attesa, ma se il modo di ragionare e agire resta quello attuale non potremo mai dare tutto il supporto che vorremmo al nostro territorio. Come Fondazione non accettiamo di abituarci a leggere sui giornali storie strazianti di donne (anche uccise) chiedendoci se sia stato effettivamente fatto tutto il possibile per loro. Il caso di Pove del Grappa, è un esempio chiaro di quello che stiamo dicendo».

«La nostra proposta è concreta - continua Alessi -: non vogliamo sostituirci ai servizi esistenti, ma siamo in grado e abbiamo desiderio di potenziare il sistema dei servizi contro la violenza. La presidente di “Spazio Donna” definì il nostro servizio “inutile in quanto le donne vittime di violenza non hanno bisogno di supporto psicologico”. Non servono commenti, penso».

L’assessore Lanzarin ha accreditato il servizio “Mai Più” a centro anti violenza

«L’assessore regionale Manuela Lanzarin ha accreditato il servizio “Mai Più” a centro anti violenza ad Asiago con sede a Bassano riconoscendone il contributo concreto sul territorio. Possiamo sicuramente dire che Lanzarin è sempre intervenuta in modo costruttivo ove venivano evidenziate delle mancanze, anche quando la rete antiviolenza proponeva una cartella condivisa per la condivisione dei dati delle donne che chiedevano aiuto, ma la presidente di “Spazio Donna” era contraria per un tema di privacy, tema risolto dal fatto che l’intero gestionale sarebbe stato gestito dall’Ulss. Divisioni che non portano evoluzione e soprattutto gioco di squadra. Veniamo ancora oggi visti con sospetto da chi opera nel settore mentre noi ci troviamo a fare i conti con richieste di aiuto urgenti e dirette che le donne ci inviano direttamente».

Violenza familiare: caso emblematico nel Bassanese

«Lo scorso agosto una ragazza bassanese vittima di una violenza familiare importante ci ha contattati, spiegandoci che gli aiuti fino ad allora ricevuti dagli enti preposti non erano stati sufficienti dal togliere lei e i suoi fratelli dalla situazione di pericolo in cui si trovavano. È stato triste constatare come tutte le chiamate e le Pec inviate dalla nostra fondazione siano rimaste senza risposta. Solo dopo la nostra sollecitazione all’assessore Lanzarin tutta la vicenda è stata tempestivamente presa in mano e gestita. Purtroppo la violenza non va in vacanza e i servizi pubblici dovrebbero rispondere sempre».

Gli empori solidali

«Questo è solo un ultimo esempio di come questa giunta stia gestendo il sociale - conclude Arianna Alessi -. Gli fa da corollario la questione degli empori solidali che dopo tre anni restano un miraggio, con il Comune che dopo tre anni dichiara progetti senza definire alcuna tempistica di realizzazione. Insomma, non arrivano mai risposte concrete e tempestive. La giunta si concentri su temi seri ed importanti dei nostri cittadini oltre a quelli evidenziati dal vice sindaco dimissionario, che mi sembrano abbastanza rilevanti e a cui nessuno sta dando risposte concrete».

 

Francesca Cavedagna

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