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Rosà

Michele Merlo: una superperizia per far luce sulla sua morte

Una superperizia per fare piena luce sul dramma. È quella sollecitata dalla magistratura, che ha chiesto al giudice di nominare un medico legale e un ematologo per chiarire le cause della morte di Michele Merlo, in arte Mike Bird, il giovane artista di Rosà morto per una leucemia fulminante nel giugno scorso a Bologna a soli 28 anni. Il pubblico ministero Barbara De Munari ha iscritto sul registro degli indagati, ipotizzando a suo carico l’omicidio colposo, il nome del dottor Pantaleo Vitaliano, il medico di base della vittima. Quest’ultimo, assistito dagli avv. Andrea Biasia e Giulia De Antoni, avrà la possibilità di nominare nel corso dell’incidente probatorio propri consulenti; e lo stesso potrà fare la famiglia di Michele, che è tutelata dall’avv. Marco Dal Ben. La richiesta della procura è determinata anche da un altro aspetto; quando fu compiuta l’autopsia sullo sfortunato giovane, a Bologna, il dott. Vitaliano non era indagato e quindi non aveva potuto prendervi parte. È evidente che, il giudice accoglierà la richiesta del pm, si tratterà di uno sviluppo decisivo dell’indagine: i periti avranno infatti non solo il compito di confermare le cause del decesso, ma anche di individuare eventuali profili di responsabilità a carico del medico di base, già indicate - ma in maniera generale - dai consulenti della procura emiliana. Il giudice potrebbe fissare l’udienza in cui conferire l’incarico a professionisti di fiducia nel giro di qualche settimana.
I contorni della tragedia sono purtroppo conosciuti. Merlo, diventato celebre grazie ad “Amici” e a “X-factor”, con un seguito di rilevanza nazionale, i primi di maggio dello scorso anno aveva iniziato a sentirsi poco bene; erano comparsi degli ematomi sulle gambe.

Si era rivolto all’ospedale di Cittadella, che non lo visitò (c’era una attesa troppo lunga, e il ragazzo andò via dal pronto soccorso), poi al dottor Vitaliano, che lo massaggiò con una pomata. Poi si recò a Bologna, dove nel giro di pochi giorni peggiorò e morì. Secondo i medici legali felsinei che hanno eseguito l’autopsia la leucemia che lo ha ucciso avrebbe potuto essere curata se diagnosticata in tempo. Di qui l’accusa rivolta al professionista di Rosà, dopo che i consulenti emiliani avevano escluso responsabilità penali a carico dei medici che avevano visitato e curato il giovane a Bologna, in due diversi momenti.
«Michele è venuto in studio, aveva quel livido alla gamba, aveva detto di aver fatto un trasloco e di aver preso una brutta botta - aveva raccontato al nostro Giornale il dott. Vitaliano -. Mi sono fidato delle sue parole, l’ho visitato e gli ho detto di ripresentarsi entro qualche giorno. Mi ha richiamato giorni dopo, quando era già in Emilia ed era già stato in un primo pronto soccorso, dove pare gli avessero prescritto degli antibiotici in quanto presentava febbre e mal di gola. Michele mi ha chiesto un consiglio in quanto gli sembrava che quei medicinali non facessero effetto e io gli ho risposto di rivolgersi alla guardia medica. Poi purtroppo sappiamo cosa è accaduto». 
Vitaliano, quando fu convocato a palazzo di giustizia per rispondere alle domande dei carabinieri della procura, comandati dal luogotenente Gianni Sorge, preferì avvalersi della facoltà di non rispondere e prendersi il tempo necessario per la lettura delle carte. La sua colpa, in ipotesi, sarebbe stata quella di non rendersi conto della patologia di cui Michele soffriva, e di non avergli prescritto accertamenti specifici che potessero farla emergere e, quindi, curare, in tempi rapidi. Un’omissione che avrebbe contribuito a causare, in maniera indiretta, la morte del giovane.
In questi giorni, i tantissimi fans di Michele hanno chiesto ad Amadeus, conduttore di Sanremo, di ricordare Mike Bird durante la kermesse, come hanno fatto molti cantanti celebri in questi mesi, a partire dal funerale a cui hanno preso parte.

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Diergo Neri

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