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Il fenomeno

Effetto Brocken in Valchiampo. «Ho fotografato il mio "fantasma"»

Luca Bettega, 55 anni di Arzignano, protagonista di un raro fenomeno ottico: «Incredibile, è durato 30 secondi appena il tempo di fotografarlo».
Spettro di Brocken: l’ombra proiettata di Luca Bettega protagonista del raro fenomeno
Spettro di Brocken: l’ombra proiettata di Luca Bettega protagonista del raro fenomeno
Spettro di Brocken: l’ombra proiettata di Luca Bettega protagonista del raro fenomeno
Spettro di Brocken: l’ombra proiettata di Luca Bettega protagonista del raro fenomeno

Un escursionista di Arzignano fotografa lo spettro di Brocken. Un evento rarissimo. Protagonista del fortunato episodio è Luca Bettega, 55 anni, che nel corso di un’escursione sulle cime dell’alta Valle del Chiampo, è riuscito ad immortalare il raro effetto ottico.

Che cos'è lo spettro di Brocken

Si tratta di un fenomeno prodotto dalla luce riflessa verso la sua fonte da una nuvola di goccioline d’acqua. In pratica, è un enorme ingrandimento dell’ombra proiettata dall’osservatore, quando il sole è basso, sulla superficie delle nuvole che circondano una montagna su cui l’osservatore si trova. È così che si può ammirare una corona di luce intorno alla figura del proprio corpo.

Il nome Brocken deriva dalla vetta più alta della catena montuosa Harz, in Germania, luogo ottimale per assistere a questo effetto ottico. Lo spettro di Brocken si verifica solo a certe condizioni: ci deve essere una chiara luce da un lato, una profonda nebbia dall’altro e la persona deve essere in mezzo. È stato possibile per Luca Bettega, ancora incredulo di essersi trovato sul posto in quel momento. L’escursionista ama la montagna da sempre, ha percorso in lungo e in largo le Dolomiti, e conosce molto bene le montagne “di casa”. Tra le avventure, anche l’incontro con un lupo. Ora questo fortunato evento.

La testimonianza

«Ero solo - racconta -. Sono partito dalla Piatta di Campodalbero di Crespadoro alle 7.30, diretto sulla cima del Gramolon, dove sono salito decine di volte. Ho percorso la salita della Scagina fino al passo, quindi ho preso il sentiero di arroccamento e la direttissima che conduce al Gramolon. A circa mezza costa mi sono imbattuto in questo incredibile fenomeno. C’era la nebbia che continuava a crearsi e disfarsi lungo il pendio. A un certo punto ho notato qualcosa di strano, ho visto formarsi fascio di colori di una bellezza indescrivibile. Avevo letto qualcosa su questo spettro di Brocken e sapevo che Carlo Budel, a Punta Penia in cima alla Marmolada, lo aveva visto due volte lassù. In genere si forma in alta montagna, sopra i 3 mila metri, e trovavo molto strano che si fosse formato a 1.800 metri circa, dov’ero io. Ho cercato di estrarre il telefonino, ma si è dissolta subito. Ma sono rimasto fermo, sperando si riformasse».

Così è stato. L’escursionista è riuscito a scattare la foto. «Dopo dieci minuti la nebbia si è fermata nuovamente sulle guglie, e si è ricomposto lo spettro davanti ai miei occhi. Mi ero documentato su qualche pubblicazione, e sapevo che si riesce a vedere la persona all’interno dello spettro, ma lì non capivo come dovevo mettermi per riuscire a fare la foto. Lì vicino c’era un rialzo naturale di rocce, ci sono salito e di colpo mi sono magicamente visto al centro. Sono rimasto senza parole nel vedermi riflesso, attorniato da cerchi perfetti e dai colori bellissimi».

Il fenomeno è durato pochissimo. «Saranno stati 30 o 40 secondi, poi tutto si è dissolto». Bettega ha ripreso lo zaino ed ebbro di Creato, ha proseguito fin su la cima dove una silente croce svetta e una Madonnina rincuora.

Matteo Pieropan

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