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Barbarano Mossano

Scomparso e trovato senza vita in un canale. I familiari di Evis Gjini: «È lui»

Il 32enne cresciuto a Barbarano Mossano era scomparso nel nulla dallo scorso 19 marzo
La foto di Evis Gjini diffusa dall'Associazione Penelope Veneto
La foto di Evis Gjini diffusa dall'Associazione Penelope Veneto
La foto di Evis Gjini diffusa dall'Associazione Penelope Veneto
La foto di Evis Gjini diffusa dall'Associazione Penelope Veneto

Aggiornamento 23 aprile

L’ufficialità ancora non c’è, ma per la sorella e i genitori, ormai, non ci sono più dubbi: il corpo ripescato dal canale Camuzzoni a Verona è quello di Evis Gjini. «Il piercing e il tatuaggio corrispondono, perfino le scarpe, poi indossava una camicia e dei jeans che magari non erano gli stessi che aveva addosso al momento della scomparsa, ma noi non abbiamo più speranza da quando abbiamo saputo del cadavere». Da quando cioè, il 20 aprile, i familiari sono stati messi a conoscenza - quasi per caso - del rinvenimento di un uomo senza vita nel corso d’acqua.

Si attende l'esito dell'autopsia

Le condizioni del corpo non hanno consentito di effettuare un riconoscimento tramite impronte digitali ma, fin dall’inizio, gli investigatori della squadra mobile della questura di Verona hanno avanzato più di un’ipotesi sul fatto che si trattasse del giovane, scomparso dal 19 marzo. Di comunicazioni formali tra gli inquirenti e la famiglia, però, non ce ne sarebbero state, verosimilmente nell’attesa dell’esito dell’esame autoptico (effettuato lo scorso fine settimana) e che potrebbe arrivare entro qualche giorno.

I genitori di Evis Gjini: «È lui»

Fino a quel momento, dunque, una speranza potrebbe ancora esserci. Ma non per la sorella, la madre e il padre del 32 enne, cresciuto a Barbarano Mossano. «È lui, purtroppo ne siamo convinti». ripete affranta Kamela, che vive e lavora a Torino ma che da settimane fa la spola tra Vicenza e Verona per seguire le ricerche.

La scomparsa e le ricerche

La sparizione del ragazzo era avvenuta infatti dal quartiere Veronetta, dove Evis era tornato a vivere da qualche tempo, in attesa di definire la sua situazione lavorativa e di studio (aveva messo in stand by la magistrale in Lingue che frequentava a Parma). Dopo giorni di buio, le uniche segnalazioni ritenute attendibili dall’associazione Penelope, che affianca i familiari fin dall’inizio, erano state però quelle giunte da Vicenza e in particolare dalla zona di San Pio X, dove Evis sarebbe stato visto la notte del 28 marzo. Centinaia di volantini con il suo volto e il suo identikit erano stati dunque affissi per la città. Ma dopo quelle prime tracce, era ridisceso il silenzio. Fino a sabato scorso, quando per una telefonata in questura, una cugina del giovane era stata messa al corrente del recupero del corpo. Di ufficiale però, non è ancora stato comunicato nulla ai familiari. Che però già da qualche giorno avevano interrotto le loro ricerche: «Se per settimane non avviene neppure un avvistamento, significa che non si sta cercando nel posto giusto o che la persona non si sta più nascondendo», le parole della sorella. 

 

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Domenica 21 aprile

Un tatuaggio con il motto del 32esimo reggimento dell'esercito americano "Victory or death" avrebbe convinto gli investigatori della squadra mobile della questura di Verona che il cadavere emerso l'altro giorno dal canale Camuzzoni potrebbe esserere quello di Evis Gjini, il 32enne di origini albanesi cresciuto a Barbarano Mossano che era scomparso lo scorso 19 marzo da Veronetta.

I genitori avevano lanciato l'allarme

Dopo l'allontanamento, sapendo che Gjini stava vivendo un momento difficile a causa di alcune preoccupazioni lavorative, i genitori avevano immediatamente lanciato l'allarme.Quando le griglie di protezione del canale avevano restituito quel corpo, lo stato di conservazione non ha permesso agli investigatori della polizia scientifica di procedere al riconoscimento tramite le impronte digitali.

Il tatuaggio potrebbe essere quello di Evis Gjini

L'analisi approfondita del corpo ha però fatto emergere questo particolare tatuaggio che, purtroppo, corrisponde a quello che era inciso sulla pelle del ragazzo scomparso. In queste ore sono in corso ulteriori accertamenti. L'ultimo a vederlo, la sera del 19 marzo, era stato un amico che lo aveva incrociato nel quartiere di Veronetta, dove il 32enne era tornato ad abitare da ottobre, dopo un periodo a casa dei genitori a Barbarano. Indossava un giubbotto nero e giallo di marca "The North Face". Secondo quanto era stato ipotizzato dai famigliari, Evis era sparito senza avere altri abiti di riserva, non avendo portato con sé zaini o bagagli.

Nel suo appartamento di Veronetta, dopo un primo sopralluogo, non pareva mancare nulla. Sempre dopo i primi accertamenti, i genitori e i parenti che sono in forte apprensione, hanno potuto verificare che per quella sparizione il ragazzo di origine albanese non aveva portato via carte di credito o somme di denaro. Ecco perché l'allerta lanciata subito.

 

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Giovedì 4 aprile 2024

Due settimane di buio. Nessun contatto, nessuna telefonata, nessun avvistamento certo. Almeno fino alla misteriosa apparizione - non confermata - nel quartiere di San Pio X a Vicenza, la notte del 28 marzo. Dov'è finito Evis Gjini, il 32enne scomparso da Verona martedì 19 marzo? Se lo chiede la sorella Kamela, se lo chiedono mamma Jolanda e papà Ndue, se lo chiedono familiari e amici del giovane originario di Barbarano Mossano (dove i genitori vivono tuttora) cresciuto e molto conosciuto in città.

Gli ultimi avvistamenti di Evis Gjini a Vicenza

Proprio a Vicenza sarebbe stato visto l'ultima volta, intento a comprare le sigarette verso le due di giovedì 28 marzo. Un'altra segnalazione, sempre nel capoluogo berico, risale a qualche giorno prima, lunedì 25 marzo. Piccoli, flebili bagliori di speranza nell'oscurità in cui, da oltre due settimane, la famiglia Gjini è precipitata. Da quando, cioè, Evis ha fatto perdere le sue tracce, spegnendo il telefono poco dopo le 19.30 del 19 marzo. Da quel momento, il silenzio più totale.

Le parole della sorella dello scomparso

«Gli ho parlato in videochiamata quella sera stessa, poi ha staccato il cellulare e non abbiamo più avuto sue notizie» racconta la sorella Kamela, 29 anni. Medico a Torino, anche lei ha trascorso gli anni della scuola a Vicenza e qui è tornata per seguire le ricerche. La convinzione, sua e della famiglia, è che il fratello sia vivo e in salute, almeno fisicamente. Ma che, per una serie di problemi personali, abbia deciso di volatilizzarsi.

L'identikit

L'ultima persona a vederlo, la sera del 19 marzo, è stato un amico, che lo ha incrociato nel quartiere Veronetta, dove il 32enne era tornato ad abitare da ottobre, dopo un periodo a casa dei genitori a Barbarano. Indossava un giubbotto nero e giallo di marca "The North Face" e, probabilmente, addosso ha ancora quello. Il ragazzo non avrebbe abiti di riserva, non avendo preso zaini o bagagli. Nel suo appartamento di Veronetta, infatti, non manca nulla.

L'identikit di Evis è quello fornito nell'avviso ufficiale di persona scomparsa: uomo, 32 anni, alto 170 cm, capelli e occhi scuri, giubbotto nero e giallo.

Ma per la sua "fuga" Evis non ha previsto nemmeno un budget: a quanto ha potuto accertare la famiglia, non ha carte di credito o somme di denaro cospicue. Dove sta dormendo? Come sta vivendo? Gli unici effetti che ha portato con sé sono lo smartphone e il pc.

La denuncia di scomparsa

«Stava attraversando una situazione di disagio sua, per motivi lavorativi, voleva riprendere in mano la magistrale in Lingue che stava seguendo a Parma, dove aveva vissuto per qualche tempo, prima di fermarsi per trovarsi un lavoro; gli mancano pochi esami e la tesi, in generale stava cercando la sua strada, sicuramente il mercato lavorativo non si è dimostrato finora favorevole con lui, che pure parla tre lingue ed è già laureato a Verona», riferisce la sorella. Nel capoluogo scaligero Evis - che ha fatto le superiori al Masotto di Noventa - era ritornato dunque da qualche mese, trovando un'occupazione temporanea. Ai carabinieri di Verona, la mattina del 20 marzo, i familiari hanno presentato denuncia di scomparsa.

Le ricerche e l'appello della famiglia di Barbarano Mossano: «Siamo preoccupati»

Le ricerche si sono concentrate inizialmente sulla stazione dei treni, ma sarebbe stato setacciato anche il fiume Adige, nel timore di un suicidio. L'esito, fortunatamente, è stato negativo. Al di là di qualche incertezza sul suo futuro professionale, a detta dei familiari non c'erano del resto ragioni tali da giustificare un gesto estremo. Un allontanamento, magari sì. «Forse vuole stare da solo per un po', non lo sappiamo, siamo molto preoccupati e chiediamo solamente a chiunque veda qualcuno che può anche solo assomigliargli di segnalarlo, alle forze dell'ordine o all'associazione Penelope, a cui ci siamo affidati», prosegue Kamela.


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Mercoledì 27 marzo

Sono giorni di apprensione a Barbarano Mossano per i familiari di Evis Gjini, 32 anni, di cui non si hanno più notizie da martedì 19 marzo. L'ultimo avvistamento a Verona, nel quartiere Veronetta, dove si era trasferito.

Alto un metro e settanta, capelli e occhi scuri, l'ultima volta che è stato visto indossava un giubbotto di marca "The North Face" di colore giallo/nero.

La famiglia, attraverso l'Associazione Penelope ha lanciato un appello per ritrovare il 32enne. Per eventuali segnalazioni contattare il 112 o l'Associazione Penelope Veneto al 338 1122 653.

 

 

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