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Femminicidio a Camisano

Uccide la moglie
«Voleva portar via
la nostra bimba»

Mirko Righetto e la moglie Nidia Lucia
Mirko Righetto e la moglie Nidia Lucia
Femminicidio a Camisano

CAMISANO. Mirko Righetto, 47enne originario della provincia di Padova, è stato arrestato dai carabinieri per l'omicidio della moglie, Nidia Lucia Loza Rodriguez, 37enne di origini colombiane ma cittadina italiana. Due minuti dopo la mezzanotte l'uomo ha chiamato le forze dell'ordine per costituirsi. L'avrebbe aggredita nella loro abitazione di via Alpini a Camisano con un coltello a serramanico al culmine di una lite: i carabinieri hanno trovato e sequestrato l'arma del delitto. La coppia ha una figlia di tre anni. Dopo otto anni di convivenza i due si erano sposati quattro anni fa ma l'unione era entrata in crisi. 

 

PASSATO BURRASCOSO E PASSIONE PER LA POESIA. Emerge una vita travagliata nel profilo di Mirko Righetto. Nel raccontare un pezzo di vita legato alla giustizia italiana dell’assassino reo confesso i carabinieri hanno ricordato il suo arresto una decina d’anni fa per la rapina a una prostituta e alcuni problemi di tossicodipendenza. A lui tuttavia non si nega una passione culturale per la lettura e lo scrivere; del resto attraversa, senza raggiungere la maturità, tre licei classici. Con lo pseudonimo di Marco Redde l’artigiano ha pubblicato una decina di poesie, un libro ed è stato il vincitore di un premio di poesia. Su un social Righetto-Redde scrive di avere avuto già una moglie e un figlio di 12 anni. Era alla guida di un’azienda di serramenti, ereditata dal padre, anche se negli ultimi tempi gli affari non sarebbero andati bene. La moglie lavorava invece come infermiera in una casa di riposo privata non lontano da casa.

 

LA VIOLENZA. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri il marito ha aggredito, tra la cucina e il soggiorno, la consorte con un coltello a serramanico, poi recuperato dai militari, con il quale le ha inferto almeno due coltellate all’altezza del collo, che sono state letali, anche se qualcosa di più preciso si conoscerà dopo l’esame autoptico.

 

Con lucidità l’uomo poi ha chiamato la madre, che abita a pochi passi dalla sua casa, alla quale, senza raccontarle però
quanto successo: a lei ha chiesto di prelevare la loro bambina di 3 anni, che dormiva al piano di sopra e che non ha sentito
nulla. Quando la signora ha lasciato la casa l’uomo ha quindi telefonato al 112 per denunciare il gesto compiuto. Gli stessi
militari hanno allertato anche un’ambulanza del Suem 118, ma al loro arrivo sul posto la donna era già morta, come accertato dai
sanitari. La donna era riversa a terra con addosso i pantaloni della tuta e una felpa.

 

Ancora da capire i motivi che hanno scatenato la furia omicida dell’uomo, che tuttavia potrebbe essere legata al rapporto di coppia deteriorato, forse anche per motivi di gelosia. La coppia non stava divorziando anche se i due coniugi si erano già rivolti ad un consulente matrimoniale per avere informazioni su eventuali pratiche. Secondo quanto raccontato dall’uomo ai militari la donna avrebbe minacciato il marito di portare via la bambina e di non fargliela più vedere. Negli ultimi tempi i litigi erano diventati più frequenti: nella seconda metà dello scorso anno in un paio di occasioni i carabinieri erano stati chiamati nella villetta dei coniugi Righetto, ma nessuno di loro aveva poi presentato denunce.

 

L'uomo ha confessato davanti al pm durante l'interrogatorio di garanzia e avrebbe detto che a spingerlo all'omicidio sarebbero state le minacce della moglie di non fargli vedere più la bambina. 

 

 

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