<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
MONTEBELLO VICENTINO/LONIGO

Morte di Davide Rebellin: pm d'accordo sul patteggiamento a 3 anni e 11 mesi per il camionista

La difesa dell'autista tedesco ha chiesto la conversione della pena ai domiciliari. Maxi risarcimento per la famiglia del campione leoniceno

L'accusa ha dato l'assenso al patteggiamento della pena di 3 anni e 11 mesi per Wolfgang Rieke, il camionista tedesco di 63 anni che il 30 novembre 2022 travolse e uccise il campione di ciclismo Davide Rebellin.

La richiesta è stata formulata stamani dai legali dell'uomo davanti al tribunale di Vicenza, dopo che in sede di udienza preliminare l'accordo sulla pena era stato respinto. La difesa ha chiesto inoltre la conversione della pena con la detenzione agli arresti domiciliari. Il collegio deciderà l'11 marzo prossimo. Ora sarà il giudice a compiere l'ultima valutazione.

Leggi anche
Morte Davide Rebellin, respinta la richiesta di patteggiamento. L'autista che lo ha travolto va a processo

Durante l'udienza di oggi, Rieke ha letto alcune spontanee dichiarazioni: «È stato un errore - ha detto davanti ai giudici - e una tragedia. Mi dispiace tanto, tanto, tanto. Me ne pento, accetterò la mia pena». L'eventuale decisione sull'allentamento della misura cautelare - Rieke attualmente è detenuto in carcere a Vicenza - potrebbe essere presa prima della prossima udienza.

Leggi anche
Morto Davide Rebellin: il campione di ciclismo travolto e ucciso da un camion pirata

La famiglia Rebellin era stata risarcita via assicurazione con 825mila euro.

La posizione della famiglia Rebellin

«La famiglia di Davide Rebellin è soddisfatta comunque di quello che è stato il corso della giustizia finora». Lo ha affermato l'avvocato Davide Picco, legale dei parenti del campione di ciclismo, al termine dell'odierna udienza per il processo contro il camionista responsabile della sua morte.

Leggi anche
Davide Rebellin, il camionista che lo investì: «Chiedo perdono alla famiglia»

«Sicuramente - ha aggiunto Picco - è stato fatto tanto. Si pensava che nel momento in cui il camionista fosse andato in Germania non si sarebbe più visto, invece è stato consegnato all'Italia ed è stato portato in carcere, quindi sicuramente la giustizia ha fatto il suo corso».

Riguardo all'eventuale accordo sulla pena, per il legale «difficile dire quale possa essere una pena congrua in questi casi. La famiglia, ripeto, si aspetta una pena congrua; non rimane che attendere quale sarà l'esito della decisione da parte del tribunale l'11 marzo, e comunque entro pochi giorni il tribunale dovrà esprimersi sulla richiesta di attenuazione delle misure cautelare che è stata fatta quest'oggi. Riporterò alla famiglia le parole di Rieke che si è scusato e si è detto rammaricato», ha concluso Picco.

Suggerimenti