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Nel Vicentino

Un dicembre da incubo, consumi dimezzati: -52%

Un crollo annunciato, ma non per questo meno drammatico. È un tonfo sonoro quello che dicembre 2020 ha fatto segnare nei consumi, in netta frenata rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’impatto della crisi sui redditi, oltre alle chiusure e alle restrizioni in un’Italia divisa in tre fasce cromatiche, rese omogenee sotto le festività, hanno provocato nella provincia di Vicenza un calo degli acquisti del 52,7 per cento, soprattutto nel settore della ristorazione, seguito dall’abbigliamento e dal non-food (retail di cosmetica, arredamento, servizi, cultura), con il Veneto che assieme al Friuli Venezia Giulia ha registrato la performance peggiore, in flessione del 55,5 per cento.

È la fotografia scattata a queste latitudini del più ampio studio condotto dall’osservatorio permanente sull’andamento dei consumi di mercato che Confimprese (l’associazione delle imprese del retail e del franchising, 40 mila punti vendita rappresentati in Italia) ha realizzato in collaborazione con Ernst&Young, in riferimento a dicembre. Mese nel quale la pandemia ha portato con sé ancora tante delusioni per il commercio, con un trend nazionale del -46,6 per cento rispetto a dicembre 2019, sia pure in ripresa su novembre (che segnava un -67,1%). In particolare, a pesare nei risultati dello studio sono le chiusure nei weekend di centri commerciali e outlet, con una prospettiva a tinte fosche anche per l’avvio del 2021.

Osserva Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail di Confimprese: «Gli interventi di supporto al settore sono sempre più urgenti, con particolare riferimento alla tematica degli affitti che, con cali di fatturato di tale entità, non possono e non devono rimanere un costo fisso».

Laura Pilastro

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