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Vicenza

Nuovo ponte e barriere. Così la Tav ridisegna la città

Il rendering presente nella documentazione depositata in Comune che mostra il futuro cavalcavia di via Maganza
Il rendering presente nella documentazione depositata in Comune che mostra il futuro cavalcavia di via Maganza
Il rendering presente nella documentazione depositata in Comune che mostra il futuro cavalcavia di via Maganza
Il rendering presente nella documentazione depositata in Comune che mostra il futuro cavalcavia di via Maganza

Si parla di treni, ma la rivoluzione è ben più ampia. Il secondo lotto funzionale dell’alta capacità/alta velocità “Attraversamento Vicenza” - 6,2 chilometri da Altavilla all’uscita della stazione ferroviaria, subito dopo l’attraversamento del Retrone - cambierà la città. Collegamenti, barriere antirumore, una stazione rivista, ma anche ponti e passaggi ciclopedonali sono ciò che emergerà dai cantieri che nei prossimi anni interesseranno il capoluogo, tra abbattimenti e costruzioni. Se l’idea di massima era già emersa con il progetto preliminare, il definitivo, consegnato nei giorni scorsi al Comune da Rfi e Iricav Due, affina gli interventi, in base anche alle osservazioni del Comune, alle prescrizioni paesaggistiche e Unesco. Nel documento si precisa che «il progetto definitivo ricalca integralmente il progetto preliminare eccezion fatta delle variazioni apportate essenzialmente a causa del recepimento delle prescrizioni della delibera Cipe n. 64/2020 e degli approfondimenti progettuali dovuti al maggior livello di dettaglio connesso alla fase della progettazione definitiva». 

Tra i punti rivisti anche una delle opere simbolo di questa “nuova” Vicenza, ossia il cavalcaferrovia pensato per unire il quartiere dei Ferrovieri con la zona di viale Milano. Il ponte, che andrà a sostituire il cavalcavia Ferreto de Ferreti, che verrà abbattuto, si staccherà da via Maganza e supererà i quattro binari, la nuova strada di via dell’Arsenale e atterrerà poi dove oggi è presente lo scalo militare (che verrà dismesso) per collegarsi con la zona della stazione. La prescrizione, dopo l’analisi del disegno preliminare, era stata di «valutare la possibilità di ridurre le pendenze del percorso ciclopedonale affiancato e l’inserimento di marciapiedi affiancati alla pista ciclabile». Ne esce un cavalcavia lungo 206 metri, al posto dei 220 iniziali, con un angolo di incidenza di circa 25 gradi, rispetto ai 45 del preliminare. Tra gli interventi, la riduzione dell’ampiezza delle campate e l’uso di travi di spessore inferiore. Il risultato è un manufatto a cinque campate, largo 12,2 metri (con due marciapiedi) e un’altezza massima tra intradosso impalcato e piano campagna di 7,5 metri, cui vanno aggiunti altri due metri di ponte, per un’altezza totale di circa 10 metri. Sarà abbattuta anche la passerella pedonale di via D’Annunzio, che oggi conta una quarantina di gradini, ma sarà recuperato un altro collegamento ciclopedonale nell’albito del ponte di via Maganza. Solo che rispetto al disegno preliminare, che prevedeva «un percorso ciclo-pedonale affiancato ad est del cavalcaferrovia stradale, con rampe in direzione Maganza e stazione», nel definitivo «la passerella ciclopedonale è stata spostata verso ovest, “staccata” dall’opera di scavalco principale, avvicinandola al cavalcavia pedonale esistente di Via D’Annunzio, che verrà demolito». 

Nel progetto definitivo sono presenti anche i rendering relativi all’impatto delle barriere antirumore
Nel progetto definitivo sono presenti anche i rendering relativi all’impatto delle barriere antirumore


Un impatto sull’estetica cittadina lo avranno anche le barriere antirumore, per le quali sono state valutate soluzioni diverse, con pannelli opachi, trasparenti o cromaticamente adeguati al contesto, a seconda della zona. Lo studio acustico condotto in fase di progettazione definitiva, «per effetto delle prescrizioni ricevute e da rispettare, conferma rispetto al Progetto Preliminare la previsione di interventi di protezione acustica (barriere antirumore)», si legge. E ancora «al fine di rispondere al grado di “sensibilità paesaggistica”», come da raccomandazione «si propone nei tratti adiacenti alla zona buffer-Unesco, una tipologia di barriere, per la linea ferroviaria, che utilizzi al massimo le disponibilità concesse dagli elementi omologati disponibili. La barriera antirumore, quindi, incorporerà elementi trasparenti nella porzione alta che hanno il compito di sfrangiare il limite superiore del potenziale ostacolo visivo dalla città verso Monte Berico».

Anche la stazione dei treni sarà oggetto di un restyling legato al passaggio dell’alta velocità
Anche la stazione dei treni sarà oggetto di un restyling legato al passaggio dell’alta velocità


Cambierà anche la stazione, con progetto però in carico solo a Rfi e non dunque Iricav Due. L’idea è di agevolare i collegamenti ciclopedonali della zona, sfruttando l’area maggiormente come “piazza”. Per dirla con la relazione consegnata al Comune: «L’area di stazione dovrà rinascere come polo urbano, come uno spazio urbano a disposizione di utenti e abitanti che lo vivono e se ne riappropriano». 

 

Alessia Zorzan

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