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Vicenza

Spray negli occhi e botte per rapinare una donna mentre va al lavoro

La vittima è stata aggredita mentre attraversava Campo Marzo in bicicletta per andare al lavoro (foto d'archivio)
La vittima è stata aggredita mentre attraversava Campo Marzo in bicicletta per andare al lavoro (foto d'archivio)
La vittima è stata aggredita mentre attraversava Campo Marzo in bicicletta per andare al lavoro (foto d'archivio)
La vittima è stata aggredita mentre attraversava Campo Marzo in bicicletta per andare al lavoro (foto d'archivio)

Erano in due. L’hanno accecata con lo spray e scaraventata per terra dalla bici per rubarle la borsa e fuggire. Ma sono subito tornati indietro, perché hanno visto che la vittima stava per dare l’allarme con il cellulare. E così, le sono saltati addosso per la seconda volta e le hanno portato via anche quello. Dopodiché, se ne sono andati lasciandola ferita sul cemento. La polizia ferroviaria sta cercando di far luce sulla brutale rapina avvenuta la mattina del 23 novembre a Campo Marzo (ma la notizia è trapelata solamente ieri) ai danni di Milica Ivanovic, 64 anni, residente in città. Quest’ultima ha riportato una prognosi iniziale di 10 giorni, salvo complicazioni. Ciò che è successo rischia però di aver provocato ferite ancora più profonde non solo nell’animo della malcapitata, ma anche in quello dei suoi familiari. «Io e mia madre non dormiamo più - afferma la figlia della vittima, Tamara -. Continuiamo a tremare per ogni rumore, “dormiamo” con un’arma da difesa accanto a noi».
È sempre Tamara a raccontare quei drammatici momenti: «È successo attorno alle 5.45. Mentre stava attraversando il parco per andare al lavoro, mia madre è stata aggredita da due persone di etnia africana. È stata buttata giù dalla bici, le hanno spruzzato lo spray urticante negli occhi e le hanno prelevato la borsa che aveva nel cestino». La vittima, ferita e sotto choc, ha preso il telefonino per chiedere aiuto, ma i due rapinatori se ne sono accorti. «Sono ritornati e di nuovo l’hanno buttata giù dalla bici e le hanno spruzzato lo spray, questa volta levandole gli occhiali - prosegue la figlia -, sbattendola per terra, immobilizzandola e urlando di dare tutto, offendendola e mettendole un ginocchio sulla schiena, dove era stata operata per tre fratture alle vertebre, per prendere il telefono e il marsupio che aveva in vita». I malviventi se la sono poi data a gambe levate mentre Milica ha trovato le forze per arrivare all’ufficio della polizia ferroviaria in stazione. 
La figlia è riuscita a raggiungerla attorno alle 8. «Era spaventata, tremante e senza forze - sottolinea -. Mi ha chiesto di accompagnarla dov’era successo per cercare gli occhiali, che abbiamo ritrovato. Poi siamo andate al pronto soccorso». Tamara ha lasciato la madre alle cure dei medici e si è improvvisata detective. La rabbia per quello che era capitato è stata più forte della paura. Si è messa a dare la caccia ai delinquenti, seguendo gli spostamenti del cellulare della madre attraverso un’applicazione gps. Ha scoperto che chi lo aveva rubato era passato in una tabaccheria ed è dunque andata dal negoziante per chiedergli di non cancellare le immagini delle telecamere. Poi ha rimesso piede a Campo Marzo ed è riuscita a recuperare anche la borsa. Il passo successivo è stato quello di andare a riprendere la madre all’ospedale e di tornare dalla Polfer per sporgere denuncia. 
Tamara ha quindi continuato le ricerche grazie al tracciamento del cellulare della madre. «Sono ritornata da sola a Campo Marzo a cercare quelle belve in mezzo ai tossicodipendenti. Mi sono fatta tutti i cestini lungo il tragitto che avevano fatto. Poi il gps mi ha portato vicino al centro Astalli (la struttura di via Lussemburgo che ospita i richiedenti asilo, ndr)», conclude.
La Polfer sta cercando di identificare i due balordi, anche grazie agli elementi raccolti dalla figlia della vittima. Lo stesso giorno altre due donne erano state rapinate in strada da una coppia di banditi. Al momento, non è escluso che possa trattarsi degli stessi malviventi. 

Valentino Gonzato

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