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La sentenza

Picchia ancora la compagna, condannato a 5 anni e 2 mesi

Nel febbraio scorso un operaio di 52 anni, residente in città, aveva già incassato 3 anni per i maltrattamenti a cui aveva sottoposto la convivente. L’altro giorno la nuova pena

Nel febbraio scorso Gianni Cecchin, 52 anni, operaio, residente in città, era stato condannato a tre anni di reclusione per avere maltrattato la compagna. La procura per l’imputato aveva sollecitato una pena a cinque anni e mezzo di reclusione. Le violenze alla convivente per cui il vicentino era finito a processo erano cominciate nel luglio 2017. 

Cecchin torna davanti al giudice

L’altro giorno però Cecchin è tornato di fronte al giudice, questa volta si è trattato del gup Antonella Crea, e ha ricevuto una nuova condanna che porta la pena complessiva nei suoi confronti a cinque anni e due mesi di reclusione. Il 52enne, difeso dall’avvocato Laura Trevisan, era chiamato a rispondere ancora una volta di maltrattamenti in famiglia per avere ingiuriato, molestato e picchiato la compagna. 
Gli episodi contestati dalla procura erano cominciati nell’estate dello scorso anno. In una circostanza, riporta il capo di imputazione del pm, Cecchin «ha danneggiato l’auto della compagna e il suo cellulare seguendola e appostandosi nei pressi dei luoghi in cui la donna si incontrava con amici». E ancora, nell’agosto (sempre dell’anno scorso) «con l’utilizzo di petardi - riporta la procura - facendo intendere alla compagna (ancora convivente) l’esplosione di colpi di arma da fuoco, la sera, provenire dalla camera di Cecchin nonostante la presenza in casa di altri familiari».

Minacce, costanti alla ex compagna

Poi all’imputato, che è stato giudicato con il rito abbreviato che consente lo sconto di pena in caso di condanna, erano contestate anche una serie di minacce, rivolte alla compagna, della serie «devi ritirare tutte le denunce che hai fatto altrimenti ti uccido», e poi «devi dire al processo che non ti ho fatto niente». Atteggiamenti che avevano portato la vittima a vivere in un costante stato di prostrazione e paura per l’incolumità propria e degli altri familiari. Nell’ottobre dello scorso anno, poi, Cecchin ha anche malmenato la compagna con una serie di calci e pugni; aggressione avvenuta sul pianerottolo condominiale che era costata alla donna traumi e contusioni giudicati guaribili in una settimana.
Questa nuova condanna arriva dunque dopo quella inflitta all’operaio nel febbraio scorso per episodi avvenuti nel 2019. In quel caso prima erano arrivati gli insulti, irripetibili; quindi le botte - spintoni, sberle, pugni, calci, strattonamenti -, fino a quando, il 31 agosto 2019, non l’aveva afferrata per il collo e l’aveva immobilizzata, fin quasi a soffocarla. Qualche mese dopo, in ottobre, lei si era chiusa in camera per il timore di essere picchiata; e lui, dopo aver danneggiato mobili e suppellettili, aveva cercato di buttar giù la porta. A quel punto la donna aveva sporto denuncia contro l’operaio. Nonostante questo la coppia si era poi riappacificata sino al momento in cui non sono cominciate ancora le violenze. Continuate sino a oggi.

Matteo Bernardini

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