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Il trend

L’ingegneria è donna: ai corsi universitari iscrizioni su del 27%

I volti delle protagoniste del progetto fotografico promosso da Zoè
I volti delle protagoniste del progetto fotografico promosso da Zoè
I volti delle protagoniste del progetto fotografico promosso da Zoè
I volti delle protagoniste del progetto fotografico promosso da Zoè

Senza fretta, ma senza sosta. La corsa delle donne per conquistare il giusto posto in ogni settore della società ha il passo lento ma costante delle iscrizioni ai corsi di ingegneria nel polo universitario di Vicenza. Nel giro di quattro anni, le studentesse che fanno capo al Dipartimento di tecnica e gestione dei sistemi industriali di Unipd sono aumentate del 27,1 per cento. In cifre, sono passate dalle 523 iscritte dell’anno accademico 2017/2018 alle 665 del 2021/2022. 665 future ingegnere, dunque, su un totale di 2.962 universitari: un rapporto che evidenzia il divario ancora fortissimo tra i generi, dal momento che sul monte complessivo degli allievi solo il 21% è femmina. 
I segnali che arrivano dalle immatricolazioni degli ultimi anni però, dicono che qualcosa è cambiato (e che le rivoluzioni destinate a durare non si compiono dall’oggi al domani). Pur con numeri oggettivamente bassi, la scalata delle donne procede, soprattutto in alcuni percorsi in particolare, come è emerso nel corso della presentazione della mostra fotografica Stem Passion. 
Un viaggio ispirato da donne nella scienza”, organizzata da Fondazione Zoè e che da ieri e fino al primo giugno è ospitata nel complesso di viale Margherita. Davanti ai ritratti scattati da Elisabetta Citterio alle scienziate e ricercatrici di tutto il mondo (dalla virologa Ilaria Capua alla direttrice della rivista “Nature” Magdalena Skipper) sono stati illustrati i dati relativi all’andamento “di genere” della popolazione studentesca ad ingegneria (a Vicenza ci sono sei corsi, tre triennali e tre magistrali). Ebbene, le ragazze oggi costituiscono il 29 per cento (160) dei duemila iscritti a ingegneria Gestionale.
Ai corsi di Meccatronica si rileva un balzo addirittura del 70 per cento per le adesioni femminili, che porta dal 3 al 6 per cento la componente “rosa” sul totale (alla triennale 492 studenti in tutto, alla magistrale 160). Sale la curva anche a Innovazione del prodotto, dove quattro anni fa c’erano appena 5 studentesse: oggi sono 26, il 14 per cento su 170 immatricolati.
Si può (e si deve) fare di più, certo, «ma il trend è in crescita, anche grazie a progetti come “Girls and Science” - evidenza il direttore del Dtg Marino Quaresimin», che fa notare anche l’incremento della presenza femminile nel corpo docente. Le ingegnere - altro dato inconfutabile - «si laureano prima e meglio, con un voto in media di 100.9 contro il 98.1 dei colleghi maschi», osserva la professoressa Daria Battini, che pure auspica un maggiore apporto femminile anche nei dottorati del Dipartimento (48 dottorandi sono uomini, 10 donne). La politica, italiana ed europea, va in questa direzione e attraverso le risorse del Pnrr si punta a riequilibrare anche un altro, atavico, gap: la differenza salariale. 
«A livello nazionale le ingegnere guadagnano il 10 per cento in meno e trovano meno lavoro ad un anno dalla laurea rispetto agli uomini», riporta la professoressa Pamela Danese, della commissione pari opportunità dell’ateneo.
Eppure, sottolinea il presidente della Fondazione studi universitari Mario Roberto Carraro, «nelle aziende ci sarà sempre più bisogno di diversi punti di vista, soprattutto negli uffici tecnici di ricerca e sviluppo e in questo senso le materie Stem offrono grandi opportunità di carriera per le studentesse».

Giulia Armeni

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