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Le proposte in Veneto

Jesolo, spiaggia
senza i "box"
e con prenotazione

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Una spiaggia di Jesolo. (Foto Archivio)
Una spiaggia di Jesolo. (Foto Archivio)
Una spiaggia di Jesolo. (Foto Archivio)
Una spiaggia di Jesolo. (Foto Archivio)

«In spiaggia solo su prenotazione, per garantire la sicurezza di tutti»: è la proposta che il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, ha anticipato all’Ansa e che
formulerà ufficialmente domani ai rappresentanti delle varie categorie economiche nel corso di una video-conferenza. «Pensiamo che possa essere questa la soluzione per l’estate 2020: noi siamo contro i turisti nelle scatole di plexiglass» ha aggiunto il sindaco, commentando le proposte dei box in plexiglass per il distanziamento sociale sotto l’ombrellone.

 

A JESOLO IN SPIAGGIA CON PRENOTAZIONE. Per Zoggia, se il contagio non riserverà sorprese, il programma per dare avvio alla stagione balneare è già stato delineato: «Grazie al via libera del governatore Zaia, possiamo già sistemare l’arenile - ha spiegato -, anche rispetto a quanto era accaduto con le mareggiate dello scorso autunno, e farci trovare pronti per il 4 maggio, quando inizierà l’allestimento dei vari stabilimenti. Dal primo giugno saremo pronti ad accogliere i nostri primi ospiti». Tra le misure che saranno adottate, la sanificazione costante dei bagni e un notevole distanziamento tra ombrelloni.

«Sfruttiamo la tecnologia e attiviamo un’app - ha aggiunto Zoggia - che permetta di accedere alla spiaggia soltanto dopo aver prenotato e scelto il proprio posto, privilegiando l’aspetto sanitario e del distanziamento sociale».

 

Jesolo, con circa 6 milioni di presenze stanziali l’anno, è una delle stazioni balneari con il maggior numero di ospiti in Italia. A questi si aggiungono i turisti pendolari, per i quali non c’è un dato ufficiale.

 

ZAIA BOCCIA I "BOX". «È inquietante l’idea del plexiglass in spiaggia. Chi si mette dentro in un box dove si esce cotto dopo un’ora stando lì dentro?». Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha bocciato l’idea di un box per separare in spiaggia i lettini dei bagnanti.

Zaia si è detto poi fiducioso sul fatto che, nonostante l’emergenza Covid, si possa ancora salvare la stagione balneare. «Non faccio parte - ha spiegato - di quelli che pensano che nel turismo ci sarà un disastro. Il turismo è in ginocchio, sta soffrendo, ma vedo tanti operatori che no hanno ancora gettato
la spugna. Qualche speranza è giusto mantenerla per pensare al turismo in generale». 

 

CAORLE, NO AI DIVISORI. Anche Caorle scarta l’ipotesi dei divisori in plexiglass tra gli ombrelloni: «È impensabile rinchiudere i turisti là dentro - lo afferma Loris Brugnerotto, presidente di Federalberghi Caorle - non sarebbe più vacanza». «Per ora - ha aggiunto - cerchiamo di farci trovare pronti: sfruttiamo queste settimane per rimettere a posto i danni del maltempo e dell’acqua alta di novembre, poi penseremo a come allestire al meglio le spiagge, sfruttando gli ampi spazi a disposizione, anche in considerazione della defezione dei molti ospiti stranieri».«Sarà un pò come tornare agli anni Sessanta, con un turismo quasi esclusivamente italiano, ma siamo confidenti che quest’anno Caorle possa ospitare ancora milioni di persone sulle sue spiagge».


Caorle conta circa 4,5 milioni di presenze turistiche estive e si colloca alle spalle di Bibione, Jesolo e Cavallino Treporti nella graduatoria delle località più frequentate del Veneto.

 

DISTANZIAMENTO SOCIALE AL MARE. «Stiamo lavorando affinchè le nostre spiagge siano sicure e confortevoli e siamo confidenti che le mascherine non debbano servire, grazie al distanziamento sociale che riusciremo a garantire». Lo dice Alessandro

Berton, presidente di Unionmare Veneto. «La vacanza marina - aggiunge - è
sinonimo di salubrità come ripetono in questi giorni anche valenti infettivologi italiani e internazionali. Abbiamo allo studio una serie di precauzioni che riusciranno a contemperare le prescrizioni dell’autorità sanitaria con il desiderio di svago e di relax degli ospiti».

 

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