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La contestazione

Il nodo Tav a Vicenza. I comitati con risate e mugugni: «Condivisione e sostenibilità»

Acceso botta e risposta in sala e prima dell'incontro
Il confronto tra il vicesindaco Celebron e i residenti prima dell’incontro (COLORFOTO)
Il confronto tra il vicesindaco Celebron e i residenti prima dell’incontro (COLORFOTO)
Il confronto tra il vicesindaco Celebron e i residenti prima dell’incontro (COLORFOTO)
Il confronto tra il vicesindaco Celebron e i residenti prima dell’incontro (COLORFOTO)

Condivisione del progetto e rispetto dell’ambiente. Sono stati questi i due temi su cui si sono scaldati gli animi dei comitati che, ieri, martedì 27 settembre, si sono presi l’ala sinistra del Comunale tra striscioni e bandiere. E la prima richiesta, chiara, è stata quella di avere un confronto diretto con il sindaco e i tecnici durante l’assemblea, aggirando il sistema delle domande preventivamente inviate per via telematica. 

Mediazione a metà

Per questo, il vicesindaco Matteo Celebron ha mediato con i contestatori, coordinati dagli esponenti del Centro sociale Bocciodromo, per cercare un punto di incontro. Trovato prima dell’avvio dell’assemblea: tre domande elaborate per iscritto sono arrivate nelle mani del sindaco. Non è comunque mancato il confronto diretto, tra urla di disapprovazione, risate e applausi ironici: il primo moto di disappunto, pochi minuti dopo l’avvio dell’assemblea. Il video che, con ricostruzione tridimensionali, presentava il progetto con immagini avveniristiche è stato salutato con risate fragorose. 

Progetto Tav bocciato dai comitati

Facendo un passo indietro, fuori dal teatro, Patrizia Cammarata, vissuta a lungo ai Ferrovieri, ha preso la parola: «È stata un’assemblea organizzata in fortissimo ritardo. Non c’è stato alcun incontro nei quartieri e siamo quei per denunciarlo. Assurdo proporre un’assemblea con iscrizioni online a quest’ora del pomeriggio che elimina una grande fetta di popolazione che lavora o ha impegni famigliari. Vogliamo denunciare anche il pesantissimo impatto ambientale dell’opera per cui, ci dicono nel progetto, dovranno utilizzare 9,7 milioni di metri cubi d’acqua. Se pensiamo all’emergenza idrica, quando inizieranno i lavori chiuderanno i rubinetti dei cittadini per permettere al cantiere Tav di proseguire?».

Margherita Fizzarin racconta: «Vivo ai Ferrovieri da sempre. Mi sento violentata come molti altri cittadini che vedranno sventrata la città. È un’opera che non serve davvero per far viaggiare più treni ed è un progetto da bocciare perché ci sono alternative. C’è un progetto alternativo adottato in altri Paesi europei e in alcune tratte italiane. L’ultima “stupidaggine” è il tram elettrico che ci verrebbe dato come compensazione e dovrebbe viaggiare su strade strette come quelle di Vicenza. Visto che il sindaco dice che è un progetto che si è trovato in eredità, gli ricordo che le eredità si possono anche rifiutare».

Momenti di tensione

«Fermiamo oggi l’iter di un progetto che la popolazione non conosce - chiedono i comitati - Chiediamo un’assemblea vera e non solo domande tecniche filtrate a monte. È un progetto diverso dal preliminare e questa non è partecipazione. L’amministrazione sia presidio di democrazia e legalità».

Poi, il drappello di una quarantina di persone è entrato iniziando le schermaglie con il palco. Tra i momenti più tesi la reazione del pubblico all’affermazione su come Vicenza sarebbe diventata una città con meno impatto acustico dopo il cantiere.

Karl Zilliken

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