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Sos sprechi

Dalle doggy bag alle app, lotta allo spreco di cibo. «Nel Vicentino buttati 59 chili a testa all'anno»

Il punto e i consigli di Coldiretti

Quanti colazioni, pranzi, cene, spuntini si possono fare con quasi 60 chili di cibo? Parecchi. Ecco, immaginiamo ora di buttare tutte le pietanze nel cestino. Impensabile? Eppure secondo un’analisi Coldiretti su dati Onu ogni vicentino nell’arco di un anno getta mediamente 59 chili di prodotti alimentari nell’immondizia. Quasi cinque chili al mese. Si tratta di una media, ovviamente, il che significa che a fronte di cittadini particolarmente virtuosi, ce ne sono altri che aprono molto più spesso la pattumiera, ma la questione è comunque concreta. Ci si può consolare pensando che a livello italiano va anche peggio, con una media di 67 chili pro capite di cibo sprecato all’anno. Considerazione che, in realtà, consola poco.

«A guidare la classifica degli sprechi sono le abitazioni private - rileva Coldiretti - dove si butta mediamente circa l’11 per cento del cibo acquistato, mentre mense e rivenditori ne gettano rispettivamente il 5 e il 2 per cento. Un fenomeno che determina anche effetti dirompenti sull’economia, sulla sostenibilità e sul piano ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Si stima, infatti, che le emissioni associate allo spreco alimentare rappresentino l’8-10 per cento del totale dei gas serra».

Slancio "green"

Il boccone amaro è però accompagnato anche da un bicchiere mezzo pieno, dato che almeno un vicentino si è detto intenzionato ad impegnarsi a tagliare gli sprechi alimentari adottando a casa soluzioni per salvare il cibo e recuperare quello che resta a tavola. Uno slancio “green” dovuto anche all’inflazione e ai rincari delle bollette e dunque alla necessità di controllare ancor più le uscite economiche. La fotografia anche in questo caso emerge da un’analisi di Coldiretti, stavolta su dati Coop, incentrata sui comportamenti con prospettiva sei-dodici mesi e diffusa in occasione della Giornata internazionale della Consapevolezza sugli sprechi e le perdite alimentari celebrata il 29 settembre 2022. Il tema è però tornato d’attualità nelle scorse ore, in occasione della Giornata nazionale di prevenzione delle spreco alimentare, in calendario ogni 5 febbraio, con l’organizzazione anche a Vicenza di momenti di sensibilizzazione. Su tutti quelli proposti da Campagna Amica, nel mercato coperto di contra’ Cordenons, dove sabato e ieri sono stati dispensati trucchi anti-sprechi e ricette di stagione. «Ad esempio, quanti sanno che la parte “bianca” dell’arancia, l’albedo, è un ottimo addensante per le marmellate?», chiede Susanna Miola, dell’agriturismo Il giglio rosso di Arsiaeri, protagonista dell’evento “La cucia economica di Susy”.

Maggiore consapevolezza dopo il lockdown

«La cosa che si butta via di più nelle case è il pane - aggiunge - ma ci sono molti altri alimenti che vengono gettati. Con il tempo sta maturando maggiore consapevolezza, e il lockdown almeno in questo ci ha aiutato, ma c’è ancora molto da fare. Acquistare prodotti di qualità a un prezzo corretto significa risparmiare, perché di questi prodotti si può utilizzare tutto. Anche la buccia, se è edibile. E invece ancora molti buttano via i ciuffi delle carote, i gambetti del prezzemolo, le foglie del sedano. Parti che finiscono nel cestino, quando si potrebbero usare». «La situazione per quanto riguarda lo spreco alimentare sta migliorando - sottolinea il presidente provinciale di Coldiretti Martino Cerantola - lo vediamo in una maggiore attenzione negli acquisti, nel fatto che si sta diffondendo l’abitudine a portare a casa quanto avanzato al ristorante, o al recupero degli avanzi di casa per i pasti consumati il giorno dopo in ufficio. Ma serve continuare a sensibilizzare». «Rispettare il cibo - aggiunge il presidente - significa dare il giusto valore a una risorsa alla quale una parte di popolazione non può nemmeno accedere e anche rispettare il lavoro e la fatica dei produttori».

Le buone pratiche

Le buone pratiche nel quotidiano sono quelle che possono fare la differenza. E non solo si sta diffondendo la richiesta delle cosiddette “doggy bag”, ossia i contenitori con gli avanzi dopo la cena al ristorante, ma nel digitale, crescono anche le app dedicate alla lotta contro gli sprechi alimentari, con programmi che permettono a negozi e locali di mettere in vendita il cibo rimasto invenduto a fine giornata a prezzi convenienti per i consumatori. Circuiti che stanno prendendo sempre più piede anche nel capoluogo berico. 

Alessia Zorzan

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