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Processo BpVi

Ex ad: «Crollo
per prestiti
insolvibili»

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Zonin in aula a Mestre
Zonin in aula a Mestre
Zonin in aula a Mestre
Zonin in aula a Mestre

MESTRE.  Al processo per il crac della banca Popolare di Vicenza è stato il giorno di Francesco Iorio, l’ex amministratore delegato nominato quando sono scattati a livello europeo i controlli sull’istituto di credito berico. Iorio, prima figura di spicco a salire sul banco dei testimoni, ha parlato rispondendo alle domande dei pm e delle difese davanti all’ex presidente Gianni Zonin, per la seconda volta in aula.

Per Iorio, proprio Zonin era preoccupato dello sbilanciamento della Popolare di Vicenza nel gioco delle cosiddette "baciate", ovvero le azioni dell’istituto concesse a fronte di grandi prestiti, che per l’ex ad non sarebbero mai potuti rientrare causando, come è stato, l’insolvenza della banca. Iorio non ha avuto problemi a sostenere che sulle "baciate" esisteva una totale confusione operativa aggravata poi da forti concentrazioni dei portafogli in capo a pochi funzionari, poi licenziati in corso d’opera. Una forte concentrazione di anomalie, per Iorio, tanto che l’80% dei soci non aveva capacità di rimborso con ben il 50% delle posizioni che sarebbero state deliberate dal Cda, al contrario da quanto sostiene Zonin che da sempre ha escluso il coinvolgimento nelle "baciate" del
Consiglio. Saputo che Zonin sarebbe stato in tribunale, fuori dell’aula
bunker di Mestre, dove a ritmi serrati si sta svolgendo il processo, alcuni risparmiatori si sono radunati per protesta, tanto che l’ex "padrone" della Popolare ha dovuto entrare in aula per una porta secondaria.

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