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Torna alla luce il bunker antiaereo

I volontari hanno ripulito un nuovo rifugio antiaereo del 1944 lungo 85 metri. FOTOSERVIZIO CRISTINA
I volontari hanno ripulito un nuovo rifugio antiaereo del 1944 lungo 85 metri. FOTOSERVIZIO CRISTINA
I volontari hanno ripulito un nuovo rifugio antiaereo del 1944 lungo 85 metri. FOTOSERVIZIO CRISTINA
I volontari hanno ripulito un nuovo rifugio antiaereo del 1944 lungo 85 metri. FOTOSERVIZIO CRISTINA

Gli alpini di Recoaro, le associazioni “Le Guide” e “Vivi Recoaro” all’opera per riportare alla luce il rifugio antiaereo tedesco dell’albergo Savoia. Si tratta di una galleria all’altezza dell’albergo poi chiamato Mantova e ora sede di una cooperativa sociale all’inizio della via Fonti Centrali. Il bunker è stato ripulito dal materiale che si era accumulato per 70 anni e che aveva parzialmente coperto gli ingressi della struttura in calcestruzzo. La terra è stata rimossa con l’aiuto di un piccolo scavatore. Poi i muri laterali, coperti dal terriccio, sono stati ripuliti a mano mettendo in evidenza le parti in cemento e mattoni ancora perfettamente conservate. Le due porte di ingresso ai lati del blocco paraschegge erano state chiuse con due muri in sasso negli anni sessanta per evitare situazioni di pericolo per i ragazzi che avevano scelto il rifugio tedesco come luogo di giochi e avventure. È stato poi sistemato un cancello per impedire l’accesso.

Un totale di 70 ore di lavoro volontario per le associazioni impegnate. Ora la protezione civile con l’idropulitrice completerà l’opera di pulizia. La struttura fu costruita tra il maggio e il settembre del 1944 dall’esercito tedesco che aveva posto il suo quartier generale nella cittadina termale nell’ultimo anno della seconda guerra mondiale. Un documento tedesco del 25 settembre del 1944 prevedeva che la galleria fosse occupata in caso di allarme aereo dagli ufficiali e dai soldati del comando del genio pionieri, un totale di 200 persone, con sede all’albergo Savoia. All’interno sono presenti numerose mensole in ferro e le tracce di un articolato impianto elettrico testimoniano l’utilizzo di apparati radio e di altri strumenti per le trasmissioni dell’esercito tedesco funzionanti all’interno della galleria in caso di attacco aereo.

Sul muro di sostegno del terreno a ovest è apparsa la scritta “1944.. W 26 ” incisa sul cemento molto probabilmente da un giovane diciottenne lavoratore che aveva realizzato l’opera. Il rifugio ha un soffitto a volta fatto di calcestruzzo e mattoni. I locali erano sette, divisi da porte interne, vi era un impianto elettrico e la lunghezza è di 85 metri. La seconda entrata, ora ostruita, era protetta da due muri paraschegge. Il rifugio “Albergo Savoia” è un raro esempio, perfettamente conservato, di architettura militare della seconda guerra mondiale in Italia.

L’intervento fa parte di un progetto generale di valorizzazione dei bunker tedeschi del centro storico e delle Fonti di Recoaro promosso dalla Pro loco, redatto dall’architetto Roberto Besco e curato per la parte storica da Franco Rasia, già presentato al Gal montagna vicentina per una richiesta di finanziamento. Le spese vive sono sostenute dalle due associazioni e dalla Pro loco mentre la mano d’opera è stata offerta dai volontari. Dopo il recupero della Galleria Gaspari I in via Capitello, a luglio 2015, prosegue l’opera di creare a Recoaro un museo diffuso con i bunker protagonisti.

Luigi Cristina

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