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Scuole-calamita importano studenti

Calamite per studenti. Le scuole di Valdagno “tirano”: attraggono un gran numero di studenti sia dagli altri Comuni della vallata e, fattore ancor più sorprendente, da centri più lontani. La ricerca “Attrattività e sviluppo dell’offerta scolastica superiore in Valle dell’Agno”, realizzata da Local Area Network e commissionata dal Comune di Valdagno, fotografa lo stato dei percorsi formativi presenti in vallata - compresi quelli di Recoaro e il Cfp di Trissino -, sondandone i flussi in ingresso e l’efficacia in termini di accesso agli studi universitari e di occupabilità. Il primo dato che emerge è l’aumento degli iscritti agli istituti comprensivi di Valdagno e Recoaro da parte di studenti provenienti dagli altri Comuni della vallata: +8% e +7,3% rispettivamente nel 2017/2018 e nel 2018/2019. «Si tratta - osserva il direttore di Lan Luca Romano - di spostamenti dovuti al lavoro dei genitori ma che vanno sottolineati visto che di solito il flusso dell’occupazione in vallata tende ad andare da nord verso sud». Sono molto significativi invece i dati delle scuole superiori. Il Cfp di Trissino al primo anno può contare sul 50.3% di studenti che provengono da fuori valle con l’11.7% di studenti da Valdagno e il 38% dagli altri comuni della valle dell'Agno. «In questo caso - sottolinea Romano - a creare un numero così elevato concorre la posizione geografica, non lontana da Montecchio Maggiore e Arzignano, e la bella realtà che il centro sta dimostrando di essere di anno in anno». Numeri elevati anche per l’Isituto tecnico economico, l’Industriale e il Professionale “Marzotto-Luzzatti” con percentuali di iscritti da fuori che crescono rispettivamente dal 38.1% al 41.5% fino a toccare il 43.5%, nonostante non manchi la concorrenza. I licei mantengono invece una forte componente locale visto che il 53.2% dei ragazzi viene da Valdagno, il 34% da comuni limitrofi e solo il 12.8% da fuori. Salta all’occhio il netto aumento rivolto agli indirizzi tecnici mentre cala l'accesso all'istituto professionale. «Il motivo - spiega Romano - potrebbe essere la possibile congiuntura tra il calo demografico e l’innalzamento del percorso di studi da 3 a 5 anni, fattore che tende ad orientare le scelte di diversi studenti verso indirizzi tecnici». Quanto al percorso post diploma l’alberghiero Artusi ha un alto tasso di occupazione con percorsi che per la maggior parte, il 63%, sono coerenti con gli studi effettuati. È positivo anche il dato generale sugli studenti che ottengono un contratto di lavoro stabile a due anni dal diploma, 57,7%. Il professionale è primo in provincia per l’occupazione nell'indirizzo industria e artigianato con diplomati che vengono facilmente assorbiti dal mondo del lavoro vista la grande richiesta dei profili che escono da questo percorso. Si registra qui il dato più alto in termini di coerenza tra il lavoro e gli studi effettuati per quanto riguarda l'indirizzo industria e artigianato, ben il 70%. Per il Marzotto-Luzzatti, l’Istituto Tecnico Industriale è primo in Veneto per indice di occupabilità mentre il Tecnico-Economico soffre leggermente sul fronte dell'occupazione in professioni in linea con gli studi seguiti, dato compensato dall’occupazione in profili trasversali. Al tempo stesso l’istituto tecnico fa registrare ottimi profitti tra quegli studenti che proseguono gli studi all’università. Per i licei spicca il tasso di immatricolati all’università di chi esce dallo scientifico: il 90% passa il primo anno, bene anche il Classico con l’83,5%. «Sull’analisi, presentata a dirigenti scolastici e referenti degli istituti superiori e comprensivi di valle, pesa - conclude Romano - l'effetto del calo demografico generale che, se negli ultimi anni ha colpito in particolar modo la scuola media, ora inizia a farsi sentire alle superiori». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Cristina

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