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Frana e livello dell’Agno La ciclopista è bloccata

Anche le frane hanno contribuito a modificare il tracciato.CRISTINA
Anche le frane hanno contribuito a modificare il tracciato.CRISTINA
Anche le frane hanno contribuito a modificare il tracciato.CRISTINA
Anche le frane hanno contribuito a modificare il tracciato.CRISTINA

Lavori bloccati sul tratto di pista ciclabile che collega Valdagno a Recoaro. Da alcuni mesi l’opera pubblica è ferma e in tanti cominciano a chiedersi il motivo di questa interruzione. Nei giorni scorsi sui social residenti e cicloamatori avevano domandato al Comune di dare spiegazioni sulla vicenda ma gli amanti delle due ruote erano rimasti delusi dalle mancate risposte. I lavori erano stati appaltati nel 2018 e poco dopo il primo colpo di ruspa aveva suscitato entusiasmo tra la popolazione visto che il finanziamento di quasi tre milioni di euro dal fondo dei comuni di confine, 2 milioni 800 mila euro, era stato ottenuto a maggio del 2012 dall’allora sindaco Franco Perlotto. Successivamente l’amministrazione guidata dal sindaco Giovanni Ceola aveva messo mano al progetto per apportare alcune migliorie e i tempi si erano allungati. Ora, durante i lavori, sono emerse delle criticità che hanno costretto il direttore dei lavori a una perizia di variante. Stefania Pastore, assessore ai lavori pubblici della giunta guidata dal sindaco Davide Branco, fa il punto della situazione: “Il progetto è stato appaltato dopo anni e nel frattempo la morfologia del territorio in alcune zone si è modificata. Durante i lavori sono emerse delle criticità legate in alcuni punti all’altezza della pista ciclabile rispetto all’alveo del torrente Agno, ad una frana che si è staccata in zona Facchini e all’area interessata da Eusebio Energia. Qui servirà una modifica al tracciato. In quest’ultimo caso infatti le osservazioni dell’azienda ci sono giunte a opera appaltata perché Eusebio non aveva visto in precedenza il progetto che andava a interferire con il loro canale. Inoltre anche molti privati hanno fatto richieste in corso d’opera perché non c’era stato un dialogo, non erano stati coinvolti da chi c’era prima di noi. Ora per alcuni tratti di pista serve un approfondimento e una rivisitazione che apporti i necessari adeguamenti. Proprio per questo è stata fatta la perizia di variante. Siamo comunque alle battute finali perché mercoledì prossimo ci verrà presentata la perizia in giunta”. Adesso però potrebbe sorgere un altro problema, vale a dire che con la perizia di variante è probabile che i costi lieviteranno e la disponibilità economica del comune di Recoaro non è certo alta. “Sarebbe importante -sottolinea Pastore- rimanere al quadro economico previsto o comunque non sforarlo di molto anche perché i fondi dei comuni di confine ci sono stati dati e non penso ci possa essere un ulteriore finanziamento per l’opera”. Si punta comunque a riprendere quanto prima possibile i lavori. L'opera, circa 5 chilometri e mezzo, è stata finanziata con 2,8 milioni provenienti da fondi Odi per i lavori da San Quirico fino alla zona di Ponte Verde mentre da lì, con altri 450 mila euro, si provvederà a completare la pista fino in paese mettendo anche in sicurezza l'incrocio con tra la provinciale e la strada che proviene da Rovegliana. Un’opera strategica che consentirà ai cicloturisti di salire a Campogrosso o a Recoaro Mille. Potrebbe essere anche l’occasione per riaprire la cabinovia ferma da alcuni anni.

Luigi Cristina

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