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Il villino di “scorta” è rimesso a nuovo

Il villino Colpi-Salvetti come si presenta oggi al termine dei lavori di ristrutturazione. FOTO DONOVAN CISCATOL’edificio è stato donato al Comune ancora nel lontano 1942
Il villino Colpi-Salvetti come si presenta oggi al termine dei lavori di ristrutturazione. FOTO DONOVAN CISCATOL’edificio è stato donato al Comune ancora nel lontano 1942
Il villino Colpi-Salvetti come si presenta oggi al termine dei lavori di ristrutturazione. FOTO DONOVAN CISCATOL’edificio è stato donato al Comune ancora nel lontano 1942
Il villino Colpi-Salvetti come si presenta oggi al termine dei lavori di ristrutturazione. FOTO DONOVAN CISCATOL’edificio è stato donato al Comune ancora nel lontano 1942

Una casa per chi non ha dimora o si trova in situazioni critiche. Oggi alle 11.30 l'amministrazione comunale presenterà al paese la ristrutturazione del villino Colpi Salvetti di via Redentore a Povolaro. Una struttura di accoglienza di proprietà del Comune che attualmente ospita otto persone e che, grazie alle nuove opere, permetterà rendere ancora più efficace il supporto ai duevillesi in difficoltà. «L'intervento, iniziato e terminato l'anno scorso, ha avuto un costo di 210 mila euro», spiega l'assessore ai lavori pubblici, Davide Zorzo. «Tra i vari lavori sono stati sostituiti i serramenti e abbiamo creato una seconda cucina, grazie alle donazioni di un'azienda della zona e di un'associazione. Oltre all'impianto idraulico e quello elettrico adeguati, abbiamo anche disposto l'abbattimento delle barriere architettoniche e rinnovato l'intonaco». «Il 5 maggio 1942 la signora Salvetti Serpini Sofia vedova Colpi donò all'Ente Comunale Assistenza di Dueville l’asilo infantile-scuola materna di Povolaro», aggiunge il sindaco, Giusy Armiletti. «Il quattrocentesco Villino Colpi-Salvetti ha accolto per anni le Piccole Suore della Sacra Famiglia che coordinavano e gestivano la scuola materna parrocchiale, diventata comunale dal 1978 e passata a gestione statale dal 2006. Le suore hanno lasciato la struttura nel 2011 e per alcuni anni l'edificio è rimasto chiuso, in attesa di capire quale destinazione poter dare a questo “piccolo gioiello”, nel cuore di intere generazioni. Credo che la finalità con la quale sono stati rivisti alcuni spazi vada assolutamente nella direzione indicata nel lontano 1942 al momento del lascito». Il villino è infatti divenuto casa per chi, temporaneamente e a causa di difficoltà, necessiti di uno spazio in cui vivere. «Come in occasione dell’incendio avvenuto nelNatale del 2014 in una palazzina di otto appartamenti a Passo di Riva», evidenzia l'assessore alle politiche sociali, Elena Lionzo. «L'Amministrazione si è fatta carico del problema e assieme ad un gruppo di volontari ha riaperto la struttura in un solo giorno. L’abitazione ha accolto le tre famiglie che non hanno trovato luogo alternativo in cui trasferirsi nell’immediato. Grazie alla capacità degli inquilini di trovare soluzioni di convivenza sostenibili e condizioni di benessere dentro la casa, l’esperienza si è dimostrata positiva. Da questo episodio abbiamo voluto effettuare alcuni interventi di ristrutturazione rendendo l’edificio ancor più adatto a questa finalità». Negli ultimi cinque anni il villino ha ospitato 12 nuclei famigliari duevillesi: con le opere eseguite potrà accogliere contemporaneamente un massimo di 13 persone. «Via via abbiamo strutturato una convenzione di comodato gratuito temporaneo nella quale è previsto che ciascuno, secondo le proprie possibilità, partecipi alle spese di gestione. Tutte le utenze domestiche sono garantite dagli stessi inquilini e il programma sperimentale di residenzialità sociale temporanea è diventato realtà con l’adeguamento dell’edificio ora dotato di una cucina in più, bagni ristrutturati al primo piano e servizi per disabili al piano terra». Infine il Comune, in qualità di partner della rete “Il futuro è adesso”, ha aderito al bando promosso dall’Ulss 8 Berica per la gestione del progetto relativo sul “Dopo di noi”, mettendo a disposizione l’edificio anche per sperimentazioni di vita autonoma di persone con disabilità. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Billo

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