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Schio

Sangue e donazioni
Il prof a quota 200
«Ma non bastano»

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La duecentesima donazione di Mariano Pasquali. FOTO DONOVAN CISCATO
La duecentesima donazione di Mariano Pasquali. FOTO DONOVAN CISCATO
La duecentesima donazione di Mariano Pasquali. FOTO DONOVAN CISCATO
La duecentesima donazione di Mariano Pasquali. FOTO DONOVAN CISCATO

SCHIO. Tagliato ieri in mattinata a Schio il traguardo delle 200 donazioni, il "prof" non ha esitato: «Le prossime mi piacerebbe farle in Burkina Faso e Ciad dove il bisogno di sangue è un dramma. È il mio sogno nel cassetto». Mariano Pasquali, 64 anni, residente a Monte di Malo, al confine con Case di Malo, agronomo, docente di scienze (ha insegnato all'Itis De Pretto di Schio e al Chilesotti di Thiene) , in pensione da quest'anno è un donatore iscritto all'Avis di Malo e Monte di Malo dal 1974.«Feci la prima donazione in febbraio, avevo 18 anni. Se 40 anni e più fa avessi capito l'importanza della donazione, avrei dato di più e adesso sarei a quota 300». Ma deve accontentarsi di questo record, almeno per quanto riguarda l'associazione maladense, attiva da 52 anni. Ieri mattina lo attendevano in tanti all'ex ospedale De Lellis di di Schio, ora Casa della salute ma soprattutto centro trasfusionale: i vertici dell'Avis maladense, il presidente provinciale Giovanni Vantin, il vicesindaco montemaladense Maria Giliola Zattra. Una trasfusione che è diventata una festa. A quanto corrispondono 200 donazioni? A un po' meno di 100 litri, oltre 10 volte quelli che un corpo come quello di Pasquali può contenere. «Ma non vuol dire nulla, se si pensa che un trapiantato di midollo osseo potrebbe averne bisogno sino a 500 ed oltre. E ci sono emergenze di questo tipo ogni giorno. Per questo mi dispiace non averne fatte di più». Se uno dei sogni nel cassetto è quello di donare in Africa durante un viaggio umanitario fra pochi mesi con Missionland, Pasquali ne ha un altro per cui vorrebbe spendersi: «Vengo dal mondo della scuola e mi piacerebbe avviare un progetto didattico che porti il materiale Avis dentro gli istituti scolastici, affinché vi sia un'informazione capillare che incentivi i futuri donatori. Purtroppo molti giovani hanno paura dell'ago e magari si fanno fare piercing e tatuaggi che sono più dolorosi...»I presidenti dell'Avis comunale, l'attuale Fabio De Vicari e il suo predecessore Franco Cavion, lo ascoltano ammirati: «Averne di donatori così convinti, puntuali, assidui. Abbiamo voluto festeggiarlo perché quota 200 è un record per un'associazione come la nostra che ha oltre mezzo secolo di vita, anche se sappiamo che altri hanno tagliato traguardi superiori. E perchè speriamo che la storia di Mariano sia da stimolo alle nuove generazioni, affinché comprendano l'importanza del donare».

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