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Schio

Picchiata dal compagno, chiede aiuto ma nessuno interviene. La denuncia di una 50enne

Il tessitore in piazza a Schio illuminato di rosso per la giornata contro la violenza (Foto Strozzo)
Il tessitore in piazza a Schio illuminato di rosso per la giornata contro la violenza (Foto Strozzo)
Il tessitore in piazza a Schio illuminato di rosso per la giornata contro la violenza (Foto Strozzo)
Il tessitore in piazza a Schio illuminato di rosso per la giornata contro la violenza (Foto Strozzo)

«Mi vuole ammazzare!». Con il volto lordo di sangue per un vistoso taglio e per i denti frantumati, scende in strada e chiede aiuto ma nessuno risponde. È la drammatica testimonianza di una cinquantenne che si è sfogata sui social. Secondo quanto denunciato ai carabinieri della stazione di Schio, il suo compagno l’avrebbe picchiata colpendola in faccia e causandole un taglio evidente sopraccigliare, poi medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Santorso con una prognosi di 15 giorni. Più varie altre ferite e contusioni  La donna ha denunciato il tutto ai militari che procedono per lesioni e hanno fatto scattare la procedura del codice rosso ma non sono potuti intervenire sul posto perché è mancata una segnalazione, ancorché anonima. L’aggressione risale ai primi di novembre ma ieri è stata diffusa pubblicamente perché la vittima non si capacita del fatto che nessuno sia accorso in suo aiuto, pur essendo in una via del centro storico, a ridosso di negozi (chiusi a quell’ora) ma anche di numerose abitazioni, a pochi passi dal municipio. 

La donna, in piena notte, dopo aver ricevuto percosse dal convivente, che le sono costate alcuni denti rotti, un taglio profondo alla fronte con tre punti di sutura e svariati ematomi, è corsa in strada tra via Pasini e via Pasubio in cerca di aiuto.  «Ho suonato a tutti i campanelli sperando che qualcuno aprisse - spiega in totale anonimato la donna - ero senza telefono perché il mio compagno lo aveva preso. Avevo bisogno di aiuto, di chiamare i carabinieri, ma soprattutto di mettermi in un posto sicuro perché mi stava inseguendo». Un agghiacciante racconto quello di questa donna, che da oltre un mese si trova in una casa rifugio al sicuro, ma che tra pochi giorni si presta a rientrare a casa. 

«Non è la prima volta- continua – ho già sporto altre denunce, due delle quali le ho dovuto ritirare perché minacciata, ma dopo cinque anni ora devo voltare pagina e stare al sicuro. Lui sta lasciando l'appartamento ma devo rientrare perchè li ci sono i miei cagnolini e ora nessuno li segue più». Poco dopo il 25 novembre, ricorrenza mondiale contro la violenza sulle donne, viene a galla questa storia che ha dell'incredibile per il suo sviluppo. Una corsa con il volto insanguinato lungo le vie del centro nella totale indifferenza dei suoi residenti che non si sono allarmati al suono continuo dei campanelli e dalle urla di richiesta d'aiuto. «Solo una persona ha aperto il portone, mi sono rifugiata dentro ma non avendolo richiuso, il mio convivente è riuscito ad entrare e mi ha riportata a casa. Ma al mattino seguente quando è partito per il lavoro ho chiamato aiuto».

Detto che i militari non sono potuti intervenire in flagranza di reato perché la denuncia è stata presentata il giorno successivo, mentre una telefonata di un vicino li avrebbe potuto mettere in condizioni di agire diversamente, e che stanno svolgendo le opportune indagini tanto più che è stata allertata la procedura del codice rosso, rimane il disagio per una situazione avvenuta nel cuore della città e che poteva avere risvolti drammatici. 

 

Mauro Sartori e Rubina Tognazzi

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