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Schio

Minaccia con i coltelli una coppia di negozianti

Piazzetta San Gaetano dove l’altra notte si è verificato l’episodio denunciato dai negozianti
Piazzetta San Gaetano dove l’altra notte si è verificato l’episodio denunciato dai negozianti
Piazzetta San Gaetano dove l’altra notte si è verificato l’episodio denunciato dai negozianti
Piazzetta San Gaetano dove l’altra notte si è verificato l’episodio denunciato dai negozianti

Entra nel negozio di piazzetta San Gaetano armato di due coltelli e minaccia la coppia di titolari: «Se non mi date i 50 euro che avanzo e un po’ di alcolici vi ammazzo entrambi, prima uno e dopo l’altro». Ma un passante vede il trambusto, chiama la polizia locale che interviene con tre pattuglie, lo blocca e recupera i due coltelli che nel frattempo aveva tentato di occultare nascondendoli sotto le auto parcheggiate nella piazzetta. Safa Eddine Rabeh, 41 anni, tunisino, senza fissa dimora ma ben conosciuto sia a Schio che a Thiene, è stato denunciato per minacce aggravate e porto abusivo d’armi. Ma potrebbe arrivare anche la tentata estorsione.

 

IL FATTO - Una pattuglia della polizia locale Alto Vicentino, in servizio notturno nell’area del duomo di San Pietro viene allertata alle 21.45 da un passante che ha sentito gridare nella piazzetta retrostante la chiesa. Gli agenti arrivano sul posto, fermando il tunisino che, dopo essersi calmato, racconta di aver chiesto la restituzione di un presunto credito, ammontante a 50 euro. Una versione diversa rispetto a quella dei due commercianti: «Ha minacciato di morte sia me che mio marito. Non gli dobbiamo alcun soldo e poi voleva a tutti i costi degli alcolici». 
La coppia ha presentato denuncia. I due coltelli da cucina con cui Rabeh si era presentato armato in negozio, sono stati ritrovati dagli agenti sotto due auto in sosta, sequestrati e portati al comando insieme con l’uomo, che ha una serie di precedenti, è sottoposto ad un provvedimento di espulsione dal suolo italiano, sollecitato recentemente addirittura da un’interrogazione parlamentare, tentato per ben quattro volte ma mai eseguito per una serie di circostanze emblematiche.

 

IL TAMPONE - È singolare come Rabeh abbia sinora evitato il rientro in patria. Pierantonio Zanettin di Forza Italia, a seguito di «un inquietante fatto di cronaca avvenuto a Thiene» ha chiesto di «sapere per quale motivo a distanza di quattro anni non sia stato ancora definita la pratica di espulsione dal territorio nazionale». Il tunisino (questo l’episodio inquietante) aveva tentato di entrare in due appartamenti della centrale via Dante thienese per passare la notte e prima aveva provato anche in un edificio della vicina via Carlo del Prete. Già ad aprile la questura di Vicenza aveva accompagnato Rabeh al Centro di identificazione ed espulsione di Milano, da dove doveva essere imbarcato nel volo per Tunisi. Solo che se non si ha il green pass, bisogna effettuare il tampone e il 41enne si è rifiutato per ben quattro volte di farlo, ovviamente in quattro occasioni e voli diversi, rimanendo perciò a terra e ritornando regolarmente nell’Alto vicentino. D’altronde nessuno può obbligarlo, secondo la legge italiana, a sottoporsi al tampone ma allo stesso tempo in aereo non ci può salire se non lo effettua.

L’uomo è gravato da una procedura di espulsione dal territorio nazionale che risale addirittura al marzo 2017, ovvero quattro anni fa. Mai eseguita, come scritto, nonostante il recente sollecito avviato dal comandante della polizia locale thienese, Giovanni Scarpellini, che è lo stesso di quella scledense. Della sua situazione si era interessato anche il sindaco di Thiene.

 

VIOLENZA SESSUALE - Su Rabeh penderebbe anche una denuncia per tentata violenza sessuale. L’episodio, denunciato da una ragazza, sarebbe avvenuto a Schio qualche mese fa ma non è mai apparso sulle cronache, anche se nel merito vi sono indagini in corso per delinearne i contorni. In caso la denuncia avesse seguito, si appesantirebbe la situazione del tunisino, che è stato anche portavoce dell’associazione culturale islamica “Il futuro” di Thiene. Le cronache rammentano che nel 2015 fu fra i promotori della “festa del montone” a Tonezza del Cimone, a favore dell’ottantina di profughi allora ospitati dall’albergo Belvedere. 

 

Mauro Sartori

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