<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Schio

Denuncia le offese omofobe, ma Facebook blocca lui

Aveva voluto esprimere su Facebook tutta la propria rabbia per gli insulti omofobi ricevuti in un locale in centro a Schio. Oltre al danno, però, è arrivata la beffa: il social network ha infatti cancellato il suo post, ritenendolo una violazione degli standard in materia di istigazione alla violenza.

La vicenda vede come protagonista Fabrizio Benetti, 34 anni, scledense, esponente di MaiMa, associazione che si batte contro l’omofobia nelle scuole e per il riconoscimento dei diritti. Tutto ha inizio sabato scorso, in un bar nel cuore della città. «Ero seduto ad un tavolo con i miei amici - racconta Benetti -. Vicino a noi c’era un signore sulla cinquantina che ha iniziato a pronunciare più volte, a mezza voce, la parola “c…….i”. Già a quel punto avevo iniziato ad irritarmi. Poi quest’uomo si è alzato, si è avvicinato ad una nostra amica e le ha detto all’orecchio "Cosa fai con i c……..i". A quel punto sono andato dal gestore del bar e gli ho detto che trovavo inaccettabile sentirmi dire queste cose, in un locale pubblico, mentre ero lì a farmi gli affari miei. Il titolare ha invitato l’uomo ad andarsene, accompagnandolo all’uscita».

Tutto sembra finito lì; in realtà, la questione si sposta su Facebook, dove Benetti, successivamente, pubblica un post descrivendo quanto accaduto. 

«Ho pensato e ripensato prima di scrivere questo post, ma penso sia importante farlo per chiarire che non è normale essere offesi pubblicamente mentre si sta bevendo un drink e chiacchierando tranquillamente con gli amici», è una delle frasi contenute nel testo. Improvvisamente, però, il post sparisce dalla bacheca del profilo personale di Benetti, lasciando il posto ad un messaggio di Facebook: “Il tuo post viola i nostri standard della community in materia di violenza e istigazione alla violenza”. Una scelta che lascia di stucco lo stesso autore del testo. 

«Ho denunciato un fatto, avrò avuto toni anche duri, però si leggono offese omofobe e razziste ovunque, sul web… - spiega Benetti -. Credo sia un automatismo di Facebook, ho chiesto un ricontrollo del post, avevo sentito che in questo caso il testo veniva controllato da delle persone fisiche». La vicenda rappresenta lo spunto per una riflessione più ampia sull’omofobia e su quanto accaduto nel bar. «Siccome faccio parte di MaiMa ho sentito questa vicenda ancora di più sulla mia pelle - sottolinea Benetti -. Io ho 34 anni e so gestire situazioni come queste, però noi facciamo incontri nelle scuole con studenti dai 14 ai 17 anni e c’è la possibilità che anche questi ragazzi si trovino ad avere a che fare con personaggi come questo. Non accetto cose del genere».

Matteo Carollo

Suggerimenti