Il laboratorio attrezzato di Acque del Chiampo ad Arzignano allestito quattro anni fa per affrontare l’emergenza perfluori alchilici e per monitorare e individuare l’eventuale presenza di sostanze inquinanti nella risorsa idrica è diventato una sorta di modello per metodologie ed efficienza nella veridicità e accuratezza delle analisi. La struttura ha richiesto investimenti importanti, sostenuti dalla società che gestisce il ciclo idrico integrato, di 180 mila euro nel 2013 per la prima strumentazione e di altri 180 mila per l’implementazione delle attrezzature due anni fa, ma consulenti e responsabili sono stati chiamati in università a Milano e ai tavoli tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità per le competenze acquisite. «Abbiamo portato la nostra esperienza sulle metodologie e sugli automatismi adottati - spiega il responsabile di laboratorio Massimo Fant - che ci consentono di effettuare un notevole numero di analisi garantendo la veridicità e la precisione dei dati». La sperimentazione comunque continua nel valutare le soluzioni migliori per individuare eventuali altri inquinanti. L.N.