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I Pfas azzerati, la zona rossa si restringe

Anche a Brendola si è arrivati all’abbattimento dei Pfas. ARCHIVIO
Anche a Brendola si è arrivati all’abbattimento dei Pfas. ARCHIVIO
Anche a Brendola si è arrivati all’abbattimento dei Pfas. ARCHIVIO
Anche a Brendola si è arrivati all’abbattimento dei Pfas. ARCHIVIO

A Brendola Pfas sotto la soglia della rilevabilità. Come per Lonigo, anche nel paese guidato dal sindaco Bruno Beltrame è stato raggiunto il traguardo “Zero Pfas” grazie all’efficientamento tecnico e gestionale attuato dalla società Acque del Chiampo nella stazione di filtraggio a Madonna dei Prati.

L’ANNUNCIO. Lo ha dichiarato ieri il sindaco alla Commissione regionale d’inchiesta sui Pfas, dov’era presente con il consigliere Alberto Rossi e i sindaci dei comuni della zona rossa e gialla, che hanno relazionato sulla propria situazione. Beltrame, sulla base di una relazione di Acque del Chiampo, ha spiegato che a partire da oggi «le sostanze perfluoroalchiliche saranno assenti dal nostro comune». «L’esperienza maturata con quanto fatto a Lonigo porta a dire che Brendola è aggiunta ai Comuni della zona rossa a “zero Pfas”, ossia in virtuale assenza di sostanze perfluoroalchiliche - dichiara Andrea Pellizzari, consigliere delegato di Acque del Chiampo -. Per raggiungere questo risultato in tempi brevi, sotto la guida della Regione e in coordinamento col Consiglio di bacino, abbiamo efficientato la centrale idrica di Madonna dei Prati così che in tutta l’acqua distribuita nel comune di Brendola i Pfas siano assenti». Tra Lonigo e Brendola - i due comuni della “zona rossa” di competenza di Acque del Chiampo - sono circa 23 mila le persone interessate dall’azzeramento.

L’AGENDA. «Abbiamo dato prontamente seguito al mandato assegnatoci dagli azionisti poco più di tre mesi fa - prosegue Pellizzari - di porre la soluzione del problema dei Pfas e dei fanghi in capo alla nostra agenda, ma ricordiamo che dall’esordio dell’emergenza Acque del Chiampo ha già investito più 2,5 milioni di euro rispetto a un danno che non ci è ancora stato risarcito da chi lo ha causato. A questo scopo nessuna strada è rimasta intentata, compresa quella legale in sede civile, penale e amministrativa. Siamo poi al lavoro anche per un progetto più ampio per prevenire eventuali nuove emergenze. Entro il mese porterò in Consiglio di bacino una nuova proposta, sulla realizzazione di un impianto di trattamento a monte. Un investimento di oltre un milione di euro per potenziare tutta l’area e garantire a tutti i comuni serviti ulteriori presidi a tutela della salute e che applichi sul campo la ricerca sviluppata in questi anni». «Il lavoro svolto è stato eccezionale e ho avuto la soddisfazione di annunciare un risultato che avevo posto come prioritario», dichiara Beltrame. Il presidente del consiglio di bacino, Giorgio Gentilin, spiega: «Come Presidente, assieme ai miei colleghi, ho sempre incoraggiato il nostro gestore idrico ad investire, prima per rispettare le prescrizioni dell’Istituto superiore della sanità, poi per raggiungere anche le nuove indicazioni della Regione con i limiti tra i più bassi al mondo». Plauso anche dal Presidente di Acque del Chiampo, Renzo Marcigaglia: «Le scelte lungimiranti fatte in passato spiegano i risultati di questi giorni».

Isabella Bertozzo

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