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Il bacalà nuota nell’oro Gli ospiti saliti a 45 mila

Bilancio positivo per la 31ª edizione della Festa del Bacalà. CISCATO
Bilancio positivo per la 31ª edizione della Festa del Bacalà. CISCATO
Bilancio positivo per la 31ª edizione della Festa del Bacalà. CISCATO
Bilancio positivo per la 31ª edizione della Festa del Bacalà. CISCATO

Le luci si sono metaforicamente spente da oltre un mese e anche il tendone-ristorante è stato smantellato e riposto, in attesa del prossimo anno. Dopo i clamori dell'evento e dopo il successo di una 31ª edizione mai così partecipata, per la “Festa del Bacalà” di Sandrigo è tempo di bilanci. E i numeri, più delle parole, in questo caso servono a fissare un risultato che, con l'inedita location nel campo da calcio parrocchiale proposta per la prima volta quest'anno, non era certo scontato. E invece, grazie proprio ad un allestimento che ha regalato spazi più ampi rispetto allo storico sito nel piazzale della chiesa di Sandrigo, i visitatori e i commensali richiamati dai sapori e dal fitto calendario di eventi a corredo di sua maestà il bacalà alla vicentina sono stati ben 45 mila, 5 mila in più rispetto a quelli dello scorso anno. Tante le persone che, dal 21 settembre al 1° ottobre, per due lunghi weekend dedicati allo stoccafisso, sono arrivate a Sandrigo da ogni parte d'Italia e d'Europa -Norvegia con la sua Røst in primis- gustando le diverse specialità proposte dalla squadra di chef capitanata da Antonio Chemello. Come ha calcolato la Pro Loco di Fausto Fabbris, che da sempre organizza la kermesse, in questo 2018 le nuove cucine posizionate nel prato di via Arena hanno servito ben 17.600 piatti di bacalà, per un totale di circa 5500 chili di pesce “alla vicentina”. Altri 4500 chili sono stati assaporati in versione “mantecata” mentre sono stati 11.700 i primi piatti a base di bacalà ordinati. E quest'anno, in effetti, c'era l'imbarazzo della scelta in fatto di primi: dagli gnocchi di zucca o patate di Posina ai bigoli al torcio, dal risotto con riso di Grumolo delle Abbadesse ai gargati, passando per la tipica “lofoten fisk souppe” norvegese. Una festa per il palato accompagnata da 5 mila bottiglie di vino e da 15.400 d'acqua e che guarda ora già al prossimo anno, in attesa del riconoscimento della Via Querinissima tra i nuovi itinerari culturali europei. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giulia Armeni

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