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Valgadena, in estate ponte sotto i ferri

Il viadotto della Valgadena. Previsti lavori per oltre 100 mila euro
Il viadotto della Valgadena. Previsti lavori per oltre 100 mila euro
Il viadotto della Valgadena. Previsti lavori per oltre 100 mila euro
Il viadotto della Valgadena. Previsti lavori per oltre 100 mila euro

Lavori per 108 mila euro sul ponte della Valgadena posta sul confine tra i territori comunali di Foza e di Enego. Gli interventi, finanziati completamente dalla Provincia e già previsti nell’elenco delle opere provinciale, riguardano l’installazione di dispositivi per il monitoraggio del viadotto e opere di manutenzione straordinaria che non influiranno in alcun modo sulla transitabilità del ponte. «Ci è stato assicurato che non ci saranno alcune interruzioni della viabilità – conferma il sindaco di Foza, Bruno Oro – perché i lavori previsti interesseranno i pilastri e le fondazioni. Purtroppo le condizioni geologiche dell’Altopiano, zona carsica quindi con rocce friabili, comporta un continuo controllo della staticità dei ponti». «Inoltre - prosegue il sindaco di Foza - il nostro ufficio tecnico aveva recentemente segnalato delle esfoliazioni del calcestruzzo in alcuni punti portando alla luce le barre d’acciaio dell’armatura che così rischiano la corrosione. Intervenendo immediatamente si evitano ulteriori problemi o futuri interventi più consistenti che richiederebbero la chiusura del ponte stesso». I lavori, che dovrebbero avere inizio entro l’estate e dureranno poche settimane, prevedono l’installazione di un sistema di scale e passerelle a servizio della strumentazione all’interno della travata, il risanamento dei muri frontali e d’ala sul lato di Foza, il posizionamento del sistema di monitoraggio in particolare sul pilone e nella semi travata del lato di Foza. Il viadotto sulla Valgadena, costruito nel periodo fra il 1986 e il 1990, è uno dei tre manufatti fondamentali per la viabilità provinciale (gli altri sono il ponte dei Granatieri a Caltrano e il viadotto Sant’Agata tra Piovene Rocchette e Cogollo del Cengio) oltre ad essere ritenuta di primaria importanza per le sue dimensioni generali essendo uno dei viadotti più alti d'Italia e d'Europa. Lungo 300 metri e con 160 metri di luce nel suo punto massimo il viadotto, sottolinea la Provincia di Vicenza, «è classificato come una delle maggiori opere in campo internazionale per le modalità costruttive e per le caratteristiche geologiche ed ambientali del sito sul quale insiste». Per le popolazioni di Foza ed Enego in particolare la sua costruzione ha agevolato, velocizzato e reso più sicure le comunicazioni tra i due paesi oltre che quelle tra l’Altopiano e Primolano. Prima della sua costruzione infatti i mezzi erano costretti a percorrere l'intera valle, attraversando 3 strettissime gallerie percorrendo una strada costruita dal Genio militare durante la Grande Guerra e sempre sottoposta a rischio di frane e slavine. Oggi il ponte è anche un richiamo turistico offrendo il bungee jumping con un salto di 160 metri, il più alto in Italia. In futuro il Comune di Foza intende realizzare a monte del viadotto un’altra attrazione: un teleferica “Volo dell’aquila” per scendere in picchiata a 150 km all’ora. «In considerazione delle sue caratteristiche costruttive – illustra la Provincia - e tenuto conto dei non trascurabili fenomeni di sollecitazione del conglomerato cementizio e delle condizioni geologiche sono stati fatti eseguire negli anni controlli e operazioni di sorveglianza del viadotto che hanno portato ad alcuni provvedimenti di manutenzione ordinaria e straordinaria». •

Gerardo Rigoni

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