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Unione, Munari sceglie i “fedelissimi”

I neoassessori Diego Rigoni, Antonella Corradin ed Elisabetta Magnabosco con Emanuele Munari Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
I neoassessori Diego Rigoni, Antonella Corradin ed Elisabetta Magnabosco con Emanuele Munari Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
I neoassessori Diego Rigoni, Antonella Corradin ed Elisabetta Magnabosco con Emanuele Munari Un bosco devastato dalla tempesta Vaia
I neoassessori Diego Rigoni, Antonella Corradin ed Elisabetta Magnabosco con Emanuele Munari Un bosco devastato dalla tempesta Vaia

Nominata la giunta dell’Unione montana “Spettabile Reggenza dei Sette Comuni”. Dopo la rielezione del sindaco di Gallio, Emanuele Munari, alla guida dell’ente, il riconfermato presidente ha ora scelto chi saranno i “fedelissimi”. Si tratta del sindaco di Lusiana Antonella Corradin, già presidente dell’Unione prima di Munari, del consigliere comunale di Asiago Diego Rigoni e di una nuova entrata, il sindaco di Roana Elisabetta Magnabosco. Sono i rappresentanti dei tre Comuni altopianesi più grandi, che affiancheranno Munari nel portare avanti quanto proposto nel documento programmatico. Ovvero proseguire con l’attuazione della Strategia Aree Interne, definire concretamente i progetti di ricomposizione del patrimonio boschivo dopo la tempesta di vento Vaia e avviare la fase operativa del tavolo di concertazione per il marchio d’area. «Proprio per la complessità dei tanti argomenti che dovremo affrontare nei prossimi mesi ho preferito non assegnare delle deleghe specifiche né agli assessori né ai consiglieri - illustra Munari -. Forse mai come ora l’Unione montana necessita del contributo di tutti, assessori e consiglieri di maggioranza e di minoranza. L’assegnazione delle deleghe in questo momento delicato temevo che potesse far venire meno questo apporto. Tanto più che l’Unione montana, secondo la mia opinione, come ente dovrà essere rivista e riconsiderata, ridefinendo il ruolo e le funzioni che si intendono attribuirle. Con ciò non dico che in futuro a qualche assessore o consigliere non venga dato un mandato specifico – prosegue il presidente – ma credo sia fondamentale ora che la Reggenza rappresenti il “think tank” per il futuro dell’Altopiano. Un futuro che deve essere condiviso e onnicomprensivo perché, per esempio, non si può pensare che ogni Comune badi alla ricostruzione dei propri boschi senza il confronto con i territori attigui. Un raffronto che dovrà avvenire proprio all’interno dell’Unione montana». La posizione di Munari è condivisa da tutti gli assessori perché, come sottolinea Magnabosco, «c’è tanta carne sul fuoco. Sta già entrando in fase esecutiva la seconda parte delle Aree Interne dove, dopo il settore primario, ci si dedicherà alle scuole con investimenti importanti sia per quanto riguarda il loro ammodernamento sia per quanto concerne la fornitura di servizi. Immediatamente a ruota inizieranno gli interventi a favore della sanità del territorio. Sono investimenti “globali”, ovvero che comprendono tutto l’Altopiano, e che pertanto richiedono il lavoro di tutti affinché diventino funzionali nel più breve tempo possibile e senza escludere alcuno». «È chiaro che con il tempo servirà incaricare una persona per seguire un specifico argomento – interviene Rigoni – proprio per le sue competenze in materia. Però appoggio la scelta inedita di Munari perché con le deleghe c’è sempre il rischio che qualcuno si senta escluso oppure non direttamente coinvolto degli argomenti che andremo ad affrontare. Oggi invece le incombenze comunali sono già tante e forse insieme si riuscirà a renderle meno onerose per ogni Comune al fine di realizzare di più e in meno tempo. Io sono fiducioso - conclude Rigoni -, anche se la strada da percorrere è lunga e non senza difficoltà». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Gerardo Rigoni

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