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Cassola

Tensioni e alcol: profughe ucraine picchiano il padrone di casa che le ospita

Una pattuglia della polizia locale di Cassola (FOTO CECCON)
Una pattuglia della polizia locale di Cassola (FOTO CECCON)
Una pattuglia della polizia locale di Cassola (FOTO CECCON)
Una pattuglia della polizia locale di Cassola (FOTO CECCON)

Una reazione inconsulta nel quadro della drammatica situazione dei profughi arrivati nel nostro comprensorio dall’Ucraina. L’altra sera, due donne ospitate da una connazionale e dal marito di quest’ultima, in un’abitazione tra San Zeno e San Giuseppe, forse perché alterate dai fumi dell’alcool o dalla notizia del ferimento di uno dei loro mariti, hanno alimentato un’accesa discussione che s’è tramutata poco dopo in un’aggressione ai coniugi. Solo l’intervento delle forze dell’ordine ha messo fine alla vicenda con il trasferimento delle ospiti con i due minorenni, figli di una delle due, in una struttura protetta del comprensorio in attesa di una sistemazione definitiva.
L’episodio, accaduto verso le 21 ha messo in moto anche l’amministrazione comunale. Sono stati avvertiti il sindaco Aldo Maroso e l’assessore al sociale Manuela Bertoncello che si sta occupando dell’accoglienza nella comunità dei profughi ucraini. Il padrone di casa ha preferito smorzare i toni della vicenda. Certo è che i diversi graffi, comunque superficiali, che presenta sul volto fanno capire quanto gli animi si fossero surriscaldati. In ogni caso pare che l’episodio non avrà alcuni strascico giudiziario e che tutto si concluderà con una nuova sistemazione degli ospiti: non sarà presentata denuncia.
«Ero appena tornato da un lungo viaggio di lavoro - racconta l’uomo -. Una delle due donne, che ospitavamo da una decina di giorni, era stata informata con una telefonata del ferimento, in Ucraina, del marito, comunque non grave». Il che, aggiunto forse a un po’ troppo alcool, ha creato uno stato di tensione sfociato nella diatriba dapprima e nell’aggressione poi. Il padrone di casa ha allertato i carabinieri che hanno girato la richiesta polizia locale. Gli agenti hanno calmato le inquiline esagitate. Le ospiti non potevano più, dato l’accaduto, rimanere nell’abitazione e in via del tutto eccezionale considerato l’orario e l’impossibilità di individuare all’istante soluzioni alternative, sono state accompagnate in una struttura protetta del Bassanese, dove però non possono rimanere. Ieri mattina l’assessore Bertoncello ha attivato la dirigente dei servizi sociali per le prime mosse.
La soluzione più probabile nell’immediato è il rientro, comunque per un brevissimo lasso di tempo, delle due donne e dei minori nell’abitazione della congiunta per poi individuare una soluzione definitiva. Sono due le ipotesi, il rientro in patria o perlomeno in Polonia o individuare tramite Casa Colori o qualche cooperativa un alloggio, nel comprensorio, dove i quattro ucraini potranno rimanere. «Ogni soluzione – spiega l’assessore Bertoncello – deve però passare attraverso la Prefettura, alla quale come servizi sociali abbiano indirizzato una mail. Gli ospiti erano regolarmente registrati. Come amministrazione, oltre che manifestare elogio per la famiglia che le ha accolte, abbiamo anche contribuito ad aiutare i nuovi arrivati».
«Certo – aggiunge l’assessore – la situazione è difficile per tutti. Per i profughi d’improvviso lontani dai loro affetti e abitudini e per le realtà ospitanti. Sottolineo comunque che l’accaduto rimane episodio isolato. Non mi risulta che nel Bassanese si siano verificati fatti analoghi. Gli ucraini arrivati da noi sono riguardosi e rispettano le normative, comprese quelle sanitarie».[END]<MC><MC><MC>
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Lucio Zonta

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