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Sull’Ortigara appello alla fratellanza

D’obbligo il pellegrinaggio fino alla Colonna Mozza FOTO RIGONIL’impressionante schieramento di alpini e cittadini sull’OrtigaraIl vescovo Claudio Cipolla celebra la messa insieme ai parrocoLabari, medaglie e Penne nere tra fierezza e commozione
D’obbligo il pellegrinaggio fino alla Colonna Mozza FOTO RIGONIL’impressionante schieramento di alpini e cittadini sull’OrtigaraIl vescovo Claudio Cipolla celebra la messa insieme ai parrocoLabari, medaglie e Penne nere tra fierezza e commozione
D’obbligo il pellegrinaggio fino alla Colonna Mozza FOTO RIGONIL’impressionante schieramento di alpini e cittadini sull’OrtigaraIl vescovo Claudio Cipolla celebra la messa insieme ai parrocoLabari, medaglie e Penne nere tra fierezza e commozione
D’obbligo il pellegrinaggio fino alla Colonna Mozza FOTO RIGONIL’impressionante schieramento di alpini e cittadini sull’OrtigaraIl vescovo Claudio Cipolla celebra la messa insieme ai parrocoLabari, medaglie e Penne nere tra fierezza e commozione

Oltre 2500 persone sulla cima dell'Ortigara per commemorare i caduti dell’"inutile strage" di cent’anni fa. Ventidue battaglioni alpini si immolarono su quelle stesse rocce dove ieri si invocava la pace. Un sacrificio immane che ha reso l'Ortigara la cattedrale degli alpini.

E in quanto cattedrale a celebrare la messa c'era il vescovo di Padova monsignor Claudio Cipolla, affiancato dai parroci di Asiago e Enego don Roberto Bonomo e don Federico Meneghel e dal "parroco" degli alpini don Rino Massella, cappellano della sezione Ana di Verona.

«Salendo assieme a tante persone, tutte differenti, si capisce che le divisioni non hanno senso - ha riflettuto Cipolla - Ma come le divisioni di cent’anni fa hanno portato alla guerra oggi le tentazioni di separazione allentano i sentimenti di fraternità».

«La stanchezza della memoria porta alla stanchezza della solidarietà - ha proseguito il presule mentre accendeva la lampada della pace giunta in Altopiano dopo esser stata ospitata all'altare della Patria - Una stanchezza che si contrappone agli ideali per difendere i quali tanti hanno sofferto anche su questa montagna».

Durante la celebrazione, accompagnata dal coro congedati Tridentina, a simboleggiare la presenza dei soldati di un secolo fa c'era in posizione d'onore un cappello di un alpino trovato sulle pendici dell'Ortigara. Un dono da parte del gruppo giovani della sezione Monte Ortigara per testimoniare con i fatti il loro motto “I giovani di ieri nella memoria dei giovani di oggi”.

Commovente l'intervento del comandante delle truppe alpine, generale Federico Bonato, che ha letto a gran voce l’elenco dei 22 battaglioni alpini (su 171 che componevano la 5a Armata) che riuscirono a conquistare quota 2105 dell'Ortigara. E ad ogni nome di battaglione un forte «presente!» ha risuonato tra le rocce solitamente silenti grazie ai portabandiera dei cinquanta labari sezionali e dei quasi duecento gagliardetti di gruppi alpini, oltre al picchetto d'onore degli alpini in armi e dei tantissimi presenti.

Finita la messa, celebrata nel piazzale della campana invece che sotto alla colonna mozza per permettere a tutti i presenti ad assistere, i labari sezionale e gagliardetti hanno scortato il Labaro ed il consiglio nazionale alla Colonna Mozza dove è stata deposta una corona d'alloro per poi proseguire verso il cippo austroungarico dove, assieme alle delegazioni austriache e slovene, un'altra corona è stata adagiata per unire anche così chi 100 anni fa era nemico e oggi cerca la pace.

Gerardo Rigoni

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