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Rosà

Muore ex operaio
alle Smalterie
Funerali bloccati

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La magistratura ha avviato le indagini
La magistratura ha avviato le indagini
La magistratura ha avviato le indagini
La magistratura ha avviato le indagini

ROSÀ. Una morte sul lavoro. Soltanto che a distanza di più di trent’anni dalla prima diagnosi della malattia di cui ha sofferto per tutta la vita. È questo il sospetto della procura di Vicenza sulla morte di Giuseppe Antonio Baggio. Rosatese, Baggio ha lavorato per circa trent’anni alle Smalterie Metallurgiche Venete, la storica azienda bassanese di via Trozzetti. Il suo cuore ha cessato di battere il 13 febbraio scorso, dopo anni di sofferenza. Aveva 75 anni. La sua famiglia, sopraffatta dal dolore, era pronta per dargli l’estremo saluto sabato scorso. Le epigrafi erano già state esposte, ma la procura ha lanciato il fermi tutti. Funerale rinviato a data da destinarsi, in attesa dell’autopsia, disposta per questa settimana dal sostituto procuratore Angelo Parisi. Vogliono fare chiarezza, i pm vicentini, sulla morte di Baggio, e soprattutto sui lunghi anni di malattia, sulle cause. Tutto parte da una parola, berilliosi, scritta nero su bianco in una relazione dei medici dell’ospedale di Padova. Nella loro relazione, infatti, i medici padovani hanno indicato tra le possibili cause delle gravi condizioni di salute di Baggio una «possibile berilliosi anche in considerazione del tipo di esposizione lavorativa». Il berillio è un metallo considerato cancerogeno dell’uomo, usato come indurente nelle leghe. 

 

Enrico Saretta

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