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Mesi di violenze sulla convivente Denunciato l’orco

Ancora un caso di violenza domestica nel Bassanese
Ancora un caso di violenza domestica nel Bassanese
Ancora un caso di violenza domestica nel Bassanese
Ancora un caso di violenza domestica nel Bassanese

Lui picchiava regolarmente la compagna da tempo. Un inferno durato almeno cinque mesi, secondo la polizia che ha raccolto lo sfogo della vittima sotto forma di querela. Succedeva quando era ubriaco, e capitava sempre più spesso. Lei però, 41 anni, commessa, abitante a Cassola, non si era mai decisa a denunciare: troppa la paura che la situazione peggiorasse, troppo poca la consapevolezza di quanto quella sottomissione fosse terribilmente ingiusta, ma anche estremamente rischiosa. Eppure le persone care che avevano raccolto le sue confidenze le ripetevano: «Prima o poi ti verranno a prendere col carro funebre». Anche la polizia, dopo i primi interventi, aveva tentato più volte di convincerla a sporgere la denuncia e ad andare all’ospedale per farsi medicare e rilasciare il referto medico. Sarebbe stato il passo decisivo per far attivare la macchia della protezione e del sostegno, oltre a quella degli accertamenti giudiziari nei confronti del presunto aguzzino. Dopo avere sopportato sperando che il compagno si ravvedesse, la vittima di fronte all’ennesima e vile aggressione si è decisa a segnalare le violenze. Erano le 21.15 dell’altra sera quando nella palazzina di Cassola è scattato il primo allarme. La commessa, madre di due bimbi avuti da una precedente relazione, era in casa quando l’uomo di due anni più vecchio, ex camionista in cerca di lavoro, è rientrato ubriaco. Ha preso una birra dal frigo e lei gli ha detto di non bere ancora. Probabilmente è stata quella frase a far scattare nell’uomo la furia cieca: le ha lanciato pentole, l’ha tirata per i capelli, poi le ha dato una testata al volto, quasi spaccandole il naso. La donna è fuggita, ha chiesto aiuto in un vicino locale, i cui gestori hanno chiamato il 113. Quando gli agenti sono arrivati, il compagno si era eclissato. La vittima, seppur impaurita e sanguinante, ha deciso di non sporgere denuncia ed è rientrata a casa, convinta che tutto sarebbe finito lì. Si sbagliava. Due ore dopo ha sentito rientrare il compagno più alterato di prima. La commessa ha tentato di chiudersi in casa a chiave. Ma mentre lui sfondava la porta a forza di calci e pugni, lei è corsa sul terrazzo e ha raggiunto quello dei vicini scavalcando la ringhiera, spinta dal terrore che non le ha fatto pensare al pericolo di cadere di sotto. A quel punto sono stati i vicini a ridare l’allarme: gli agenti del commissariato sono nuovamente intervenuti in pochi minuti. L’ex camionista questa volta era all’interno dell’appartamento ed è stato portato negli uffici di via Pecori Giraldi per gli accertamenti di rito. La vittima, ascoltata per ore dagli agenti, ha finalmente sporto denuncia e chiesto le necessarie cure mediche al pronto soccorso, dove le sono state diagnosticate ferite giudicate guaribili in 21 giorni. La rete dell’assistenza si è subito attivata e come sempre ha funzionato: la donna è stata affidata a una casa protetta, dove riceverà tutta l’assistenza e il sostegno necessari, insieme agli strumenti per organizzare una nuova vita, una volta per tutte lontana dall’incubo della violenza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesca Cavedagna

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