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«Gestione del lupo Il Piano diventi legge»

Cerantola e il governatore Zaia durante un incontro in Regione
Cerantola e il governatore Zaia durante un incontro in Regione
Cerantola e il governatore Zaia durante un incontro in Regione
Cerantola e il governatore Zaia durante un incontro in Regione

«Occorre una spinta decisa delle istituzioni, a tutti i livelli, affinché il Piano di gestione del lupo nazionale divenga legge, altrimenti a rimetterci non sarà soltanto l’economia agricola, ma l’economia dei territori montani, basata anche sul turismo enogastronomico e non solo». Martino Cerantola, presidente provinciale della Coldiretti, rompe il silenzio pubblico sulla questione “lupo”. «Un silenzio – sottolinea - funzionale a ricercare un dialogo fattivo con le istituzioni, in primis la Regione Veneto, ma dobbiamo constatare che passa un altro anno senza soluzioni razionali, utili e immediate a tutela degli allevatori. Non possiamo nascondere tutto il nostro rammarico dato anche dal ripetersi di predazioni che sembrano lasciare indifferenti quanti dovrebbero tutelare economia, territorio e turismo». Coldiretti non si scaglia contro il lupo, ma intende salvaguardare le proprie aziende, il territorio ed il sistema economico locale. I danni hanno esasperato quanti lavorano in montagna e l’ipotesi abbandono di questi territori si fa sempre più concreta. «Il lavoro in malga è duro, spesso solitario e non sufficientemente remunerato – prosegue Cerantola – e viene fatto a vantaggio del consumatore e della collettività, in quanto spostare gli animali in montagna significa produrre meno, ma meglio in termini di qualità del latte. Tutto questo viene riconosciuto, ma non è sufficiente, a fronte delle gravi perdite degli ultimi anni». Coldiretti ha individuato un’unica soluzione: l’approvazione del Piano di gestione del lupo, che giace a Roma in attesa di essere discusso e votato. La Regione Veneto si è attivata e ha proposto, lo scorso 10 luglio, il protocollo d’intesa regionale “Danni arrecati dal lupo”. «Nel testo siglato a Venezia– precisa Cerantola – si legge che “laddove l’incidenza dei danni, nonostante l’attuazione di misure di prevenzione, vada a superare una soglia di tollerabilità stabilità, vanno previsti anche prelievi numerici a carico della specie”. Un testo che non lascia spazio a dubbi e sulla base del quale la Regione si è pure impegnata “a coprire al 100% i costi sostenuti dagli allevatori per la realizzazione dei sistemi di prevenzione, a stabilire una procedura amministrativa snella che, a fronte dei danni causati dalla presenza del lupo, garantisca certezza dei tempi e dell’erogazione di quanto dovuto e, infine, a proseguire l’azione intrapresa a livello nazionale per l’immediata applicazione della deroga alla direttiva Habitat, che prevede il controllo numerico della specie». Sulla questione lupo, ieri il consigliere regionale Sergio Berlatosi è scagliato contro il Consiglio dei ministri, che ha deciso di impugnare la legge delle Province di Trento e Bolzano in quanto, prevedendo la possibilità di disciplinare il prelievo delle specie protette dell’orso e del lupo, secondo il Governo, eccederebbe dalle competenze provinciali. Berlato afferma: «Spetta al Governo convocare la Conferenza Stato-Regioni per approvare urgentemente il Piano nazionale di gestione del lupo, che prevede monitoraggio, censimenti e piani di contenimento dei lupi anche attraverso gli abbattimenti selettivi. I danni che stanno provocando i lupi sul nostro territorio hanno già superato il limite della tollerabilità – sottolinea il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia - con conseguenze irreparabili per la zootecnia, l’alpeggio, il territorio, il turismo e con il pericolo per la sicurezza delle persone. Chi dice di essere a difesa del territorio e delle persone che ci vivono lo dimostri con i fatti concreti e la smetta di assumere atteggiamenti contraddittori a seconda delle convenienze. Basta parole inconcludenti, servono fatti concreti». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefania Longhini

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