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Rosà

Compravendita di droga sulle app, arrestato un diciannovenne

Il giovane era in possesso di oltre un etto d'hashish e marijuana

Lo spaccio della droga tra giovanissimi corre attraverso le applicazioni dei cellulari, dove le sostanze stupefacenti vengono messe in vendita da pusher che restano anonimi e si nascondono dietro nickname che poco dicono sulla loro vera identità.

Droga e banconote

E' quando emerso dall'indagine lampo eseguita nella notte di giovedì dagli agenti del commissariato cittadino, che ha portato all'arresto di Alberto Borso, 19 anni, residente a Rosà, trovato in possesso di quasi 85 grammi di hashish, quasi 33 di marijuana, e oltre 400 euro in banconote di piccolo taglio considerati provento dello spaccio. Sarebbe stato proprio il giovane, durante la perquisizione domiciliare nella quale gli agenti hanno trovato anche il materiale per il confezionamento della sostanza stupefacente, a spiegare che si riforniva da pusher residenti in paesini del Vicentino, che contattava via telefonino attraverso le applicazioni di Telegram e Snapchat, ma di cui conosceva solo per i nomignoli fittizi utilizzati sui quei canali.

Gli agenti hanno fermato una Volkswagen Polo

Le indagini proseguono a pieno ritmo con l'obiettivo di definire i contorni della rete di spaccio, che potrebbe avere estensioni significative anche nei territori del Bassanese. Tutto è iniziato alle 22.50 di giovedì, quando gli agenti delle volanti, in via Aldo Moro, hanno notato una Volkswagen Polo guidata da Borso sfrecciare ad alta velocità verso la periferia della città. L'utilitaria è stata seguita e fermata in via Veneto, in quartiere Rondò Brenta, zona conosciuta come luogo di spaccio. Il giovane, parecchio agitato, ha riferito che correva perché aveva fretta di tornare a casa. Ma nell'abitacolo aleggiava l'inconfondibile odore dell'hashish: i poliziotti hanno chiesto a Borso se fosse in possesso di stupefacenti, e dopo alcuni solleciti il ragazzo ha estratto dal poggiapiedi del lato passeggero un panetto di droga del peso di circa 85 grammi.

La perquisizione nella casa dello spacciatore a Rosà

Nella successiva perquisizione della vettura sono stati trovati anche 33 grammi di marijuana conservati in uno zaino, che conteneva anche un bilancino di precisione, un portafoglio con 250 euro in banconote di piccolo taglio, e nel cruscotto un contenitore con altri 170 euro, tutti considerati provento di spaccio. È quindi seguita la perquisizione nell'abitazione di Rosà, dove gli agenti, nella scrivania del ragazzo, hanno trovato un rotolo di cellophane presumbilmente utilizzato per il confezionamento della sostanza stupefacente. Per Alberto Borso è scattato l'arresto con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio. Ieri, il giovane, difeso dall'avvocato Eros Uguccioni si è presentato davanti al giudice per il rito direttissimo. Il provvedimento restrittivo è stato convalidato.

Francesca Cavedagna

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