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Arzignano

Sconfitto dal virus il "dottor Bonario": regalava sorrisi ai pazienti

Il commercialista Gianpietro Confente noto come "dottor Bonario"
Il commercialista Gianpietro Confente noto come "dottor Bonario"
Il commercialista Gianpietro Confente noto come "dottor Bonario"
Il commercialista Gianpietro Confente noto come "dottor Bonario"

Una vita dedicata agli altri. Regalava il sorriso ai bimbi meno fortunati ricoverati all'ospedale ma anche agli anziani ospiti delle case di riposo. Si faceva chiamare Dottor Bonario, aveva 58 anni. Se l'è portato via il Covid nonostante abbia lottato a lungo per sconfiggerlo. Gianpietro Confente, nella vita commercialista con studio in via II Strada ad Arzignano, la sua città, il tempo libero lo impiegava mettendosi un naso rosso e un vestito da clown, ed andava a trovare i bambini nelle pediatrie degli ospedali di Vicenza e di Arzignano. E agli anziani dello Scalabrin, sempre ad Arzignano.

«Posato, composto, serio, elegante - lo ricordano i colleghi dell'associazione Dottor Clown Italia - anche nella sua identità di clown. Un'identità che amava. Sì perché uno che sceglie di chiamarsi Dottor Bonario nulla di male può volere, anzi è clown sino al profondo della sua profonda anima! 15 anni di presenza continuativa nelle corsie pediatriche dei nostri ospedali vicentini e non solo, prima ad Arzignano e poi al San Bortolo di Vicenza. Ci ha fatto assaporare la finanza e l'economia etica, e dopo l'enciclica di Papa Francesco "Fratelli tutti" ci voleva sempre più belli e preparati ad affrontare il futuro dell'intera umanità non perdendo l'ennesima occasione di impegnarci noi e non gli altri! Noi tutte e tutti lo abbracciamo con immenso affetto».

Anche ad Arzignano lo ricordano con particolare affetto. «Conoscevo Gianpietro per motivi di lavoro - lo ricorda il consigliere comunale Nicolò Sterle -. Era davvero una persona per bene, un uomo mite, intelligente, gentile, sempre impegno nel volontariato». Al centro residenziale Scalabrin è stato il rappresentante dell'associazione famigliari degli ospiti. «Ne era il presidente. Veniva qui spessissimo - ricorda il direttore Alberto Anelli - a trovare la mamma, ma si intratteneva anche con gli altri ospiti. Anche da noi qualche volta è arrivato vestito da clown».

Assieme a Rita Bortolan ha fondato la sezione arzignanese di Ama (Associazione malati di Alzheimer). «Era una persona - ricorda la cofondatrice assieme a Fracesca Sgevano, entrambe ex presidenti dell'associazione - di una dolcezza infinita. Domava con amore ed in silenzio». «Quando ad Arzignano - ricorda l'ex sindaco Stefano Fracasso - è stato costituito il coordinamento del volontariato ne ha subito fatto parte mettendo a disposizione le sue conoscenze riguardo norme fiscali e legali del volontariato». 

Giorgio Zordan

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