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Barbarano Mossano

Zanzare con il virus West Nile scoperte nell'Area Berica

West Nile. È allarme nella fascia da Noventa a Lonigo. Ma non solo. La provincia di Vicenza è zona ad alto rischio. Muore un anziano di 77 anni ricoverato all’ospedale di Schiavonia. Lo ha ucciso una rara forma di encefalite riconducibile al West Nile, il virus trasmesso dalla zanzara Culex, la specialista dell’acqua. Sarebbe il paziente numero 1 in Italia e in Europa di questa nuova epidemia estiva della febbre del Nilo che la scorsa settimana ha causato un’altra vittima, un uomo di 83 anni, all’ospedale di Piove di Sacco, e che, due giorni fa, ha registrato il decesso di un grande anziano di 88 anni residente a Copparo nel Ferrarese, ma che, in questo momento, tiene in scacco, sempre nel Veneto, fra Padova e Treviso, altre persone. Ritorna, dopo la tregua del 2021, l’incubo del virus diagnosticato per la prima volta in Uganda nel distretto West Nile nel 1937 che ora circola anche da noi come se il Veneto fosse una regione sub-sahariana e Vicenza una città tropicale. 

L’allerta è scattata il 7 luglio quando a Barbarano e a Mossano nelle trappole collocate dai tecnici dell’istituto zooprofilattico di Legnaro all’interno del programma di sorveglianza integrata ordinato dalla Regione sono rimaste imprigionate delle zanzare infette positive al virus. E ora, dal Polesine alle spiagge veneziane e all’entroterra, a Padova e a Vicenza, è allarme contagio. Bisogna tenere la guardia alta perché arriva il periodo più critico. Il Veneto è area endemica. Ormai l’effetto-serra globalizza i virus. E molti vicentini possono essere portatori del West Nile senza saperlo. 

Nel Veneto è in atto da anni un programma di sorveglianza con un sistema di trappole per stanare le zanzare che si annidano dove c’è acqua per uscire poi al crepuscolo, la sera, di notte, dal tramonto all’alba, a caccia di vittime da pungere. L'unica difesa sta nel non farsi pungere. Necessarie le disinfestazioni. Utili le zanzariere. Per l’uomo servono i repellenti. Per ambienti e luoghi aperti insetticidi, larvicidi e una corretta bonifica da svolgere in primavera e replicare da luglio a ottobre se fa caldo con interventi prima larvicidi e poi adulticidi a ogni ciclo vitale delle zanzare, nelle aree verdi, nei parchi pubblici, nelle caditoie, nei tombini, nei fossi, lungo le siepi, nei residui di acqua stagnante. 
Fra l’altro, quest’anno, proprio per le alte temperature delle ultime settimane, le zanzare si sono moltiplicate avvicinandosi di più all’uomo per trovare acqua, e portando con sé il velenoso carico del West Nile. In passato molti Comuni non procedevano alla campagna preventiva di bonifica, ma, negli ultimi anni, questa operazione è stata rinforzata. «Le risposte dei Comuni sono in linea – dice la direttrice del Sisp Teresa Padovan - . Le amministrazioni anche piccole collaborano. Sono importanti pure i consigli ai cittadini. Per combattere zanzare e West Nile occorre un circolo virtuoso». 

Franco Pepe

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