Risale al V secolo, in origine era lunga 20 metri, aveva fondo piatto e sezione rettangolare l’imbarcazione fluviale straordinariamente conservata che gli archeologi stanno portando alla luce nei pressi di Comacchio,Ferrara, e stanno studiando utilizzando la fotogrammetria 3D.Si è appena conclusa la seconda campagna di scavo archeologico sul relitto scoperto dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia Romagna a Valle Pega.L'imbarcazione giace a pochi metri dalla pieve fondata nella metà del VI secolo di Santa Maria in Padovetere e all'interno dell'antico alveo del fiume da cui ha preso nome questo edificio. Lo scavo, condotto dalla Soprintendenza, con la direzione di Mario Cesarano, ha visto all’opera insieme docenti e studenti di Ca’ Focari.
Il relitto, conservato in buone condizioni specialmente a poppa e sul fianco sinistro, è stato oggetto di una documentazione sia fotogrammetrica sia con laser scanner.Le prime osservazioni hanno permesso di riconoscere nel relitto un'imbarcazione a fondo piatto, con asta di poppa molto alta, costruita con la tecnica a cucitura. La barca appartiene ad una tradizione costruttiva di età romana e altomedievale che ha interessato solo l'area alto adriatica e che faceva uso perlopiù di legno di quercia e olmo, essenze diffuse in passato lungo il litorale dell’Alto Adriatico italiano.
L'imbarcazione, assicurano gli studiosi, è un unicum assoluto sia per il livello di conservazione sia per la tipologia: doveva essere impiegata lungo gli antichi rami del Po e forse lungo i canali artificiali.