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LA PACE
ILLUMINA
IL PASUBIO

«Metterò arte nella strada delle 52 gallerie con sottili lame di luce. Rispetteremo il luogo e la sua storia»
In alto la piazza di Valli durante l’evento, qui  sopra Nereo RotelliLe pietre  poetiche alle GallerieLa Strada delle 52 Gallerie
In alto la piazza di Valli durante l’evento, qui sopra Nereo RotelliLe pietre poetiche alle GallerieLa Strada delle 52 Gallerie
In alto la piazza di Valli durante l’evento, qui  sopra Nereo RotelliLe pietre  poetiche alle GallerieLa Strada delle 52 Gallerie
In alto la piazza di Valli durante l’evento, qui sopra Nereo RotelliLe pietre poetiche alle GallerieLa Strada delle 52 Gallerie

Maestro Rotelli, come definisce l’esperienza a Valli?

Abbiamo voluto trattare il centenario della Prima guerra mondiale uscendo dagli schemi convenzionali in cui la memoria rischia di restare congelata. Il progetto “Nuova Luce” voleva produrre, a partire dal ricordo, nuovo significato per la comunità di oggi. Non sarebbe stato possibile senza la collaborazione dell’architetto Carlo Costa, del sindaco Armando Cunegato e dei moltissimi artisti che hanno dato vita all’evento.

Quale nuovo significato?

Al concetto di commemorazione si è affiancata una produzione culturale intesa come spinta verso il futuro, capace di generare una nuova dimensione etica ed estetica. Un incontro e un dialogo fra le arti per diffondere un messaggio di dialogo tra i popoli.

Un obiettivo ambizioso. Come riflettere su un evento radicato nella memoria collettiva come la Grande Guerra attraverso l’arte contemporanea che non sempre mette tutti d’accordo.

Questa scommessa, però, l’abbiamo vinta. Al di là del potere attrattivo che ha avuto la presenza di grandi nomi, sono sorpreso di quanto la comunità locale sia stata partecipe. Qualcuno che storce il naso si trova sempre, ma è stata una grande soddisfazione vedere tanti sguardi curiosi. E qualcuno si è addirittura spinto a fare domande sulle opere e sull’arte in generale. La manifestazione mirava proprio a far si che il pubblico si interrogasse.

Tutte le opere e le performance comprese nel complesso “Nuova Luce” erano pensate specificamente per il luogo. In che modo il contesto locale ha influito sull’evento?

È stato determinante. Anche la sopressa di Valli, in qualche modo, ha contribuito al risultato finale. Mangiata con gli artisti e gli amici dopo la fine delle performance, ha creato un legame umano che ha lasciato un impronta importante sulla manifestazione. Del resto l’idea è stata proprio quella di un’opera totale di cui il paese, la sua identità e i suoi abitanti non potevano che far parte.

L’evento è stato reso possibile grazie a...

Abbiamo trovato una grande generosità nel tessuto sociale e imprenditoriale altovicentino, ma soprattutto capacità non comune di comprendere la forza di quel che proponevamo.

Cosa resta da vedere a Valli del Pasubio dopo la fine della manifestazione?

Restano aperte per tutto agosto la mostra fotografica “Piombo Fuso”, dedicata alla guerra a Gaza, che quasi come una Via Crucis si sviluppa all’interno del duomo. Nell’oratorio, sempre fino alla fine del mese, è visitabile “Solo amore”, opere in dialogo tra consolazione e riconciliazione. E poi ci sono le installazioni permanenti: “Prima Pietra” in piazzale Pecori Giraldi, che fa parte di un progetto che coinvolge 10 città italiane, le steli poste a Bocchetta Campiglia con incisi versi di Heminguay, Rigoni Stern e Musill. E la finestra poetica “Guerra alle Guerre“ installata in Municipio.

Quali novità per il futuro?

Ho in mente per i prossimi anni un festival in cui dovrebbero riunirsi, oltre agli artisti, giovani filosofi italiani ed europei… Sempre nell’ottica di non fermarsi al ricordo, ma di pensare al futuro.

E poi ci sono le installazioni artistiche luminose all’interno delle gallerie.

Dal prossimo autunno quell’idea inizierà a prendere corpo.

Un progetto che ha ricevuto critiche prima di nascere: cosa risponde?

Purtroppo l’idea non è stata intesa correttamente. Qualcuno teme che vogliamo installare dei lampioni: niente di più lontano dalla realtà. Quando vedranno il tipo di intervento che realizzeremo in due gallerie con sottili lame di luce si ricrederanno. L’opera sarà di forte impatto emotivo, ma rispettosa del luogo e della sua storia.

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